cleanker project

Cleanker, un progetto per “pulire” il cemento

Una delle attività umane e industriali a più alto rilascio di CO2 è la produzione di cemento. Un progetto, finanziato con i fondi europei, coordinato dal laboratorio Leap di Piacenza, sta sperimentando un nuovo sistema per catturare la CO2 durante il processo di produzione
28 Ottobre, 2020
2 minuti di lettura

Come si può ridurre l’impatto dei gas climalteranti emessi dalle attività umane? Ci stiamo interrogando da tempo e, per l’anidride carbonica, sono in corso sia sperimentazioni che applicazioni già operative in vari settori industriali. Una delle realtà industriali ad alto rilascio di CO2 in atmosfera è la produzione di cemento, responsabile, a livello mondiale, di emissioni stimate di tale gas fra il cinque e il sette per cento.

 

 

 

Il cemento e l’anidride carbonica

Nell’ambito dei bandi Horizon 2020, per tentare di dare una risposta concreta a questa esigenza, l’Europa ha finanziato il progetto Cleanker, ricerca scientifica coordinata dal laboratorio Leap di Piacenza per la cattura della CO2 nella produzione del cemento; l’impianto pilota è installato presso la cementeria Buzzi Unicem di Vernasca (Pc) in Emilia-Romagna. Bisogna sapere che la maggior parte dell’anidride carbonica emessa dalle cementerie è contenuta all’interno delle materie prime (calcare) utilizzate nel ciclo produttivo del cemento e da esse viene liberata durante la cosiddetta fase di “decarbonatazione” che avviene nel preriscaldatore dell’impianto di cottura. Tutto ciò è propedeutico alla produzione ad altissima temperatura nei forni rotanti della cementeria del clinker che è il responsabile delle resistenze idrauliche del cemento. A tutto ciò si deve aggiungere l’anidride carbonica che deriva dai processi di combustione indispensabili per l’ottenimento delle calorie necessarie alla produzione del clinker.

Scarti di produzione e materiale dismesso

Quali sono le soluzioni possibili per ridurre drasticamente questi numeri senza fare a meno del prodotto più utilizzato al mondo dall’uomo dopo l’acqua? I più recenti e devastanti eventi climatici ci dicono che le case in cui abitiamo devono essere sempre più resistenti oltreché efficienti energeticamente. Quindi del cemento e del suo derivato, il calcestruzzo – utilizzati in modo corretto e sostenibile – ne avremo sempre un gran bisogno. Allo stato attuale le soluzioni applicate dall’industria del cemento per ridurre le emissioni di anidride carbonica vanno verso due direzioni. La prima punta sull’utilizzo di materie prime seconde già prive di anidride carbonica come gli scarti di produzione o materiale edilizio ricavato da vecchi edifici dismessi.

I combustibili alternativi

L’altra si basa sull’utilizzo di combustibili alternativi ai fossili non rinnovabili quali il Css, combustibile solido secondario derivato dai rifiuti secchi a valle dalla raccolta differenziata. Purtroppo in Italia questa seconda opportunità è fortemente osteggiata dall’opinione pubblica e ha valori marginali mentre nella confinante Austria, si arriva all’80% di sostituzione calorica.

 

 

Il progetto Cleanker

Ma arriviamo alla sperimentazione più innovativa accennata all’inizio che, se confermerà le simulazioni di laboratorio, potrà ulteriormente contribuire alla riduzione complessiva delle emissioni di anidride carbonica dagli impianti produttivi e non solo dalle cementerie. Il progetto europeo Cleanker è un gioco di parole traducibile come “clinker pulito”. Qual è l’intuizione alla base del progetto? Quella di utilizzare uno scambio chimico in fase di decarbonatazione della materia prima in modo da separare l’anidride carbonica dei restanti fumi per poterla poi riutilizzare per altre attività o stoccare nei depositi sotterranei.

La sperimentazione della durata di quattro anni è arrivata alla fase cruciale e l’impianto pilota, inaugurato lo scorso 9 ottobre, se validerà le tecnologie alla base della sperimentazione stessa, fornirà lo strumento concreto e applicabile in tutte le future realizzazioni industriali.

Mielizia

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Riccardo Parigi
Riccardo Parigi
Riccardo Parigi, genovese, è comunicatore ambientale. Laureato in filosofia è formatore, facilitatore, business coach, crisis manager. Si occupa di tematiche ambientali dal 1991. Fondatore e amministratore di Must – Comunicazione Ambientale. Docente AIAS Academy (Associazione italiana esperti ambiente e sicurezza). Dal 2020 è Ambassador mondiale di EN Roads simulatore dei cambiamenti climatici realizzato da MIT Sloan. Practitioner PNL.
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