Se ne produce di più dall’inizio della crisi energetica a seguito del conflitto in Ucraina, e questo mette seriamente a rischio l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi. Il Gnl, gas naturale liquefatto presenta criticità concrete, messe nero su bianco dal gruppo indipendente di ricerca scientifica Climate Action Tracker (Cat) alla Cop27 di Sharm el-Sheikh, in occasione della Giornata dedicata alla Scienza. Secondo il Cat, gli impianti di Gnl in costruzione e i piani di espansione potrebbero aumentare le emissioni a 3,1 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno nel 2030, 1,9 miliardi sopra il limite di 1,2 ritenuto necessario dalla Iea per arrivare a zero emissioni nel 2050. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea, organismodell’Ocse) per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nel 2050, l’uso mondiale del gas nel 2030 deve essere del 30% sotto il livello del 2021.
Climate Action Tracker mette in luce che invece, secondo i progetti di estrazione elaborati a seguito della crisi energetica e la guerra in Ucraina, l’aumento di produzione del Gnl potrebbe raggiungere nel 2030 i 500 milioni di tonnellate, quasi 5 volte le importazioni di gas dell’Unione europea dalla Russia nel 2021 e oltre il doppio delle esportazioni totali russe. Quale sarebbe la conseguenza di questa corsa al metano?
Tra il 2020 e il 2050 le emissioni complessive da Gnl potrebbero essere più alte di oltre 40 miliardi di tonnellate di CO2, circa il 10% del budget di carbonio rimanente.