Oggi ci ha lasciato Gillian Hobart, danzatrice e maestra inglese di chiara fama internazionale, docente all’Accademia Nazionale di Danza e allo IALS (Istituto Addestramento Lavoratori dello Spettacolo) di Roma, al Centro Regionale della Danza di Reggio Emilia, counsellor nel metodo psico-terapeutico di Carl Rogers presso il Centro Italiano di Psicologia Clinica di Roma. L’avevamo intervistata un anno e mezzo fa, proprio all’inizio delle pubblicazioni di Sapereambiente, e quell’incontro resta come una preziosa testimonianza umana, politica, artistica, pedagogica sul legame fra arte, ecologia e inclusione visto il suo lavoro insieme alle persone diversamente abili.
La Hobart del resto è stata un’interprete unica della danza contemporanea del ‘900, ha collaborato con i più grandi, sviluppando in seguito un metodo ed una filosofia assolutamente originali.
Partendo dai principi di Rudolf Laban, Mary Anthony, Carl Rogers e dalla sua esperienza artistica e didattica, Gillian Hobart ha tracciato un percorso autonomo di conoscenza nella danza a sostegno del mondo interiore, per farne emergere la bellezza.
La sua Metodologia è una pratica educativa — una sorta di maieutica — che propone un percorso teorico e corporeo basato sull’arte del movimento, inclusiva e non violenta. L’avevamo intervistata a Bracciano con il suo erede artistico Claudio Gasparotto che oggi dalla sua pagina Facebook la ricorda cosi:
«Lei aveva in sé swing e grazia. Gillian Hobart lascia un esempio luminoso, rimangono nel mio cuore le sue lezioni, le sue parole, la sua coerenza dall’inizio alla fine. È stata una grande donna e una danzatrice magnifica nella vita. È una grande donna e una danzatrice magnifica nella morte».