Dialoge 9. Si danza in streaming con Sasha Waltz

Lo spettacolo della coreografa tedesca ha inaugurato Extract, palinsesto in streaming gratuito del Romaeuropa Festival. Coreografie affascinanti, danze antiche e musica contemporanea: un'occasione per riflettere sul futuro degli spettacoli in tempo di pandemia
22 Dicembre, 2020
2 minuti di lettura

Venerdì 18 dicembre è andato on line a “pagine unificate” Dialoge 9, un progetto transmediale di Sasha Waltz  diventato film dopo  oltre dieci anni dalla performance originaria, avvenuta in occasione dell’inaugurazione dell’ala del Maxxi di Roma progettata da Zaha Hadid nel 2009. Il film è stato di grandissima suggestione e bellezza ed è stato preceduto da un talk di altrettanto pregio e stimolo culturale. Si tratta di una formula “talk e spettacolo” che ha inaugurato Extract, il nuovo progetto web un palinsesto di streaming gratuiti estratti dall’archivio del Festival Romaeuropa, in programma ogni settimana, da gennaio a maggio 202. Un percorso di visioni, dialoghi e contenuti vari.

 

Tra danza, arti visive, musica e architettura

Dialoge 9 è stato un vero e proprio appuntamento “pilota” con una conversazione della durata di un’ora che ha visto la partecipazione della coreografa Sasha Waltz, di Fabrizio Grifasi, Direttore Generale ed Artistico della Fondazione Romaeuropa, e di Hou Hanru, Direttore artistico del Maxxi. Un approfondimento circa il processo di creazione, tra danza contemporanea, architettura del sito del Maxxi, musica contemporanea dal vivo e arti visive. Certamente, al momento della rappresentazione mancava il convitato di pietra da cui oggi nessuna riflessione sulla cultura e sull’arte può prescindere: la pandemia da Covid 19. La conversazione è stata incentrata nella prima parte sul film, terminato proprio nel 2020 grazie anche ai fondi Maxxi e REf, proiettato il 14 e 15 settembre al Maxxi per un pubblico limitato, per via dei protocolli sanitari e che, grazie a questa possibilità data dallo streaming sarà fruibile da un pubblico molto più ampio.

 

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Entrando e uscendo di scena con gli spettatori

 Lo spettacolo è un’affascinante coreografia site-specific che sfrutta gli spazi bianchi e spiazzanti della creazione architettonica potente di Hadid e utilizza alcuni temi di fondo legati agli Angeli ed alla ritualità. I danzatori si muovono essenziali e portentosi in un cerchio di pubblico che ricorda le cerimonie arcaiche. Attaccati al soffitto con dei tiranti, vengono issati fino alla vertigine di 20 metri d’altezza e simboleggiano angeli di grande umanità alle prese con il mistero e la sofferenza della vita stessa. Danzatrici in lunghi abiti neri si muovono come in una danza antica al ritmo di percussioni ipnotiche ed incessanti. Non esiste una dimensione “in scena” contrapposta ad un fuori scena, tutto avviene contemporaneamente ed il pubblico stesso è costretto ad uscire dalla propria confort zone di spettatore passivo per entrare a pieno titolo nella rappresentazione.

Spazi sinergici

In diversi spazi del museo avvengono diverse rappresentazioni contemporaneamente e lo spettatore è messo di fronte alla scelta di prediligere una scena o un’altra oppure di rimanere in mezzo. La danza è accompagnata da musica eseguita dal vivo, due trombettisti e diverse percussioni che eseguono composizioni contemporanee di autori come Scelsi, Haas, Xenakis, senza dimenticare il sodalizio di Sasha con Hans Peter Khun, musicista ed installatore di luci che ha lavorato in sinergia tra suono, luce e spazio architettonico.

 

Hans Peter Khun
L’artista e compositore Hans Peter Kuhn

Strategie per un momento difficile

Nella seconda parte della conversazione, inoltre, la coreografa e regista tedesca ha spiegato con quale strategia sta affrontando questo periodo difficile. L’obiettivo è di continuare a creare utilizzando “un piano b, un piano c e così via” cercando di produrre lavoro e reddito per i danzatori che stanno vivendo una fase di difficoltà incredibile attraverso metodi alternativi. Ad esempio chiedere ai danzatori di performare a casa loro filmandosi, oppure la ricerca di spazi all’aperto insoliti per spettacoli di danza, come è avvenuto di recente in una piscina semi abbandonata fuori Berlino dove il pubblico, anche locale oltre che cittadino, ha potuto godere di uno spazio open air e delle dolci rimembranze dei tuffi nell’acqua delle piscine dell’infanzia di ognuno di noi. Insomma una riflessione sulle emozioni vere, sulle cose semplici che sembrano sempre più costituire dei salvavita psicologici per le donne e gli uomini di questa globalità impaurita ma in fondo vitale e speranzosa. Dopo Sasha Waltz, il 14 gennaio sarà la volta di Emanuel Gat e il 21 gennaio il turno di Adrien M & Claire B. Per tutti gli appuntamenti, si può consultare il sito romaeuropa.net

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