«Tu non fai fotografie solo con la macchina fotografica – sosteneva Ansel Adams, californiano, forse il più grande fotografo di paesaggi – Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai ascoltato e le persone che hai amato».
Massimo De Luca ci mette, innanzitutto e sempre, la sua Santa Marinella, sul litorale a nord di Roma. E il suo mare. Perché il mare è dentro Santa Marinella perfino nel suo stesso nome.
Il mare è l’altra metà della terra e del cielo, però rispetto alla terra non è mai fermo, e rispetto al cielo è più a portata di mano. Il mare è luce, ogni onda una luce diversa per qualità, forza, intensità. Il mare è colore, il mare è musica.
Il mare è storie, il mare è racconti, il mare è poesie.
Il mare è cinema, a Santa Marinella: “Il sorpasso” di Dino Risi, per dirne uno, fu girato qui. Il mare è ispirazione, a Santa Marinella: “Il giardino dei Finzi Contini” di Giorgio Bassani fu scritto qui. Il mare è dolce vita, a Santa Marinella: ci fu un periodo in cui veniva chiamata “la perla del Tirreno”, frequentata da personaggi inseguiti da paparazzi.
Il mare è la storia del mondo, anche a Santa Marinella: qui vicino sorgeva Pyrgi, porto ed emporio conosciuti in tutto il Mediterraneo.
De Luca ritrae Santa Marinella dall’alto e dal mare, di giorno e di notte, d’estate e d’inverno, ogni giorno c’è qualcosa da illuminare o interpretare, inquadrare o sottolineare, fosse anche soltanto una vela in transito o un gabbiano a riposo.
Per De Luca, che idealmente accompagna il nostro Cammino dei vulcani, ogni foto è una richiesta di appartenenza, un certificato di cittadinanza, una dichiarazione di amore.