Ha tutto il sapore di una fermata d’arresto. E a farne le spese potrebbero essere gli europei in primis. Giovedì 6 luglio, infatti, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha consegnato le proprie valutazioni sul glifosato, il composto chimico usato come diserbante, in quanto potentissimo erbicida totale, da anni al centro di contese e battaglie per la salvaguardia dell’ambiente contro lo strapotere delle multinazionali. Infatti la sostanza è la componente essenziale del Roundup, il potentissimo diserbante non selettivo brevettato della Monsanto, che da alcuni anni è stata acquisita dalla tedesca Bayer. Nel 2015 il Centro internazionale per la ricerca sul cancro (Circ) organismo che fa capo all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva dichiarato il glifosato potenzialmente cancerogeno. Una vittoria di chi da anni lottava contro l’uso indiscriminato di una sostanza pericolosa per la salute umana e di tutti gli organismi viventi. Almeno così sembrava, dato che adesso per l’Efsa non presenterebbe “rilievi critici” tali da impedire il rinnovo dell’autorizzazione al commercio in Europa. Avranno esultato, molto probabilmente, i produttori, e si dicono indignati, invece, i componenti del Pesticide Action Network.
In una nota l’associazione definisce “scioccante” il «parere positivo per andare avanti con il prolungamento dell’uso dell’erbicida più utilizzato in Europa nonostante una serie di lacune nei dati e problemi in sospeso».
Intanto, per avere i dettagli sulla valutazione dell’Efsa si dovrà attendere la pubblicazione definitiva delle conclusioni attesa per fine luglio. L’analisi, consegnata a Bruxelles, sarà utilizzata dall’Unione europea per decidere se concedere o meno una nuova autorizzazione ai prodotti a base di glifosato, della durata di cinque anni. L’attuale concessione scade il prossimo 15 dicembre. È cominciato il conto alla rovescia.