«La domanda che mi sono fatto è stata: che cosa serve all’uomo? A parte i vestiti, serve il mangiare. E per mangiare devi lavorare la terra, perché se vai in fabbrica non mangi i bulloni».
È così che Agostino Barbieri racconta i suoi inizi, quando nemmeno ventenne e dopo gli studi all’istituto d’arte, nel 1977 inizia a interessarsi dei terreni della nonna. Oggi l’agricola Barbieri a Boretto, in provincia di Reggio Emilia, conta su 1500 metri quadrati di serre e 2 milioni di piante, coltivate con il metodo biodinamico. Sul terreno della nonna, Agostino comincia a fare le prime prove, vale a dire cipolle, aglio eccetera. «Poi ho cominciato a lavorare come stagionale, nelle cooperative, in campagna.