Il 26 aprile 1986 a Chernobyl, in Ucraina, si verificò l’incidente nucleare che sconvolse il mondo. A distanza di 34 anni è ritornato l’incubo delle redazioni. Lo scorso 4 aprile, infatti,un grosso incendio si è sviluppato intorno all’area del reattore numero 4. Il rogo ha raggiunto la cittadina di Pryp’jat’, dove si trova il materiale radioattivo di Podlesny. E in poco tempo le fiamme hanno velocemente coperto un’area di 20 ettari, per poi raggiungere i 35 ettari, come hanno affermato le autorità ucraine.
Le stesse autorità che lunedì 13 aprile hanno invitato le persone a non ascoltare messaggi apocalittici, perché per estinguere l’incendio sono intervenuti 310 vigili del fuoco e dozzine di camion dei pompieri, nonché tre aerei e tre elicotteri. I livelli di radioattività registrati attorno a Chernobyl nei giorni dell’incendio, però, non sono affatto rassicuranti. Hanno superato di 16 volte i valori normali. Greenpeace Russia intanto ha dichiarato:
«Le immagini satellitari scattate lunedì scorso mostrano che l’incendio comprende un’area di 34.400 ettari. Un secondo incendio si trova a un chilometro dall’ex impianto nucleare. E le fiamme alimentate dal vento potrebbero disperdere i radionuclidi, atomi che emettono radiazioni».