Mentre sta leggendo un articolo sul giornale, Giulio, 8 anni, chiede al nonno Olmo «Che cos’è la CO2?». Per spiegarglielo, il giorno dopo, invece di andare a scuola, il nonno porta il nipotino a cercare un vecchio albero, un ricordo della sua infanzia, un olmo appunto. Sono alcune delle scene del cortometraggio Olmo di Silvio Soldini, sull’inquinamento dell’aria nelle città. Il regista milanese lo ha girato con la consueta grazia per il progetto Interdependence.
Promosso dall’ Organizzazione non governativa Art for the world e con il patrocinio delle Nazioni Unite, Interdependence è un film unico costituito da undici cortometraggi di altrettanti registi di fama internazionale. Punto di contatto delle opere è l’indagine sulla nostra relazione con l’ambiente. Presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma 2019, il film parteciperà a ben 20 festival, tra i principali a livello internazionale, per essere poi promosso nelle Università e nella rete delle ONG.
Un mosaico di punti di vista a cui il mezzo cinematografico si presta, per dare voce ai modi diversi del nostro sentirci legati l’uno agli altri, accumunati dallo stesso destino. Ci sono, tra i corti, così commedie e drammi, opere di fantascienza, video arte, docu-fiction di puro lirismo come in Hungry seagull del cinese Leon Wang. Un’antologia che, suddivisa nei quattro elementi fondamentali Terra, Aria, Fuoco, Acqua, ci ammonisce a preservare le risorse naturali del pianeta. Sono passati cinquant’anni da quando il biologo Barry Commoner sottolineava l’interdipendenza di tutti gli esseri viventi, con il libro Il cerchio da chiudere, ma le sue “leggi” rimangono oggi ancora moderne e attuali.
Il film, attraverso un approccio artistico, ripropone e rinnova il concetto di interdipendenza. E spinge a ripensare la posizione dell’umanità: né sopra né al centro, ma all’interno della natura.