La speranza per il clima che emerge dall’evento a Roma di Climate Reality

La speranza per il clima che emerge dall’evento a Roma di Climate Reality

Erano in mille, dal 28 al 30 giugno scorso, a Roma per l’evento della Ong fondata da Al Gore cha ormai ha 3,5 milioni di aderenti. Un successo notevole con una grande partecipazione e un grande entusiasmo, che conferma le potenzialità dell’Italia nella transizione. Il commento di Phyllis Cuttino, Presidente e Ceo di The Climate Reality Project

Suona il campanello d’allarme per il clima. E il suono è diventato assordante. L’agenzia europea per il clima Copernicus, infatti, ha recentemente lanciato l’allerta: giugno di quest’anno è stato il 12° mese consecutivo più caldo mai registrato nella storia. Le conseguenze sono talmente gravi che tutti gli aggettivi utilizzati per descrivere la situazione d’emergenza che stiamo vivendo sembrano ormai insufficienti. Le ondate di caldo sempre più letali colpiscono dall’Italia all’India. Le inondazioni devastano centinaia di comunità in tutto il Brasile. Il fumo degli incendi soffoca le città su entrambe le sponde dell’Atlantico.

 

Al Gore durante l'evento a Roma di Climate reality
Al Gore durante l’evento a Roma di Climate reality

 

Agricoltura in crisi

Le conseguenze vanno oltre i disastri naturali. Un recente rapporto dell’ISTAT ha messo in luce come le rese di alcuni dei principali prodotti agricoli italiani – olive, uva da vino e altri frutti – siano diminuite a causa del caldo record dell’anno scorso. E abbiamo visto quale sia il risultato: un aumento generale dei prezzi dei prodotti alimentari di base, che colpisce soprattutto le famiglie lavoratrici.

Oltre i fossili

La risposta data finora dai nostri leader politici non offre grandi speranze. Il recente vertice del G7 in Puglia si è concluso con i leader delle democrazie più ricche del mondo che hanno dichiarato di voler “allontanarsi dai combustibili fossili”. Tuttavia, questa dichiarazione deve ancora tradursi in politiche necessarie per metterla in pratica. Gli Stati Uniti continuano ad aumentare la produzione di combustibili fossili anno dopo anno. Il Piano Mattei dell’Italia mira a espandere lo sviluppo del gas in Nord Africa. Gli esperti prevedono che lo sviluppo delle sabbie bituminose in Canada crescerà del 15% entro il 2030. E così via.

Speranza dai cittadini

In mezzo a tutta questa devastazione e incertezza politica, una notizia che raramente appare nei titoli dei giornali è che siamo giunti a questo punto a causa dell’inquinamento da combustibili fossili. Tuttavia, ciò che accadrà in futuro dipende ancora da noi. Ciò che mi dà speranza è che tutto il mondo desidera un futuro vivibile. Un nuovo sondaggio delle Nazioni Unite mostra che otto persone su dieci in tutto il pianeta vogliono un’azione più decisa sul clima da parte dei propri governi. In Italia, questi numeri sono ancora più elevati, con oltre nove italiani su dieci favorevoli a un’azione climatica più incisiva. Inoltre, quasi nove persone su dieci dichiarano di voler abbandonare rapidamente i combustibili fossili.

 

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L’esperienza di Roma

Naturalmente, i sondaggi sono una cosa e la vita reale un’altra. Tuttavia, quest’energia per un cambiamento radicale di rotta sul clima è esattamente ciò che ho osservato a Roma lo scorso giugno, durante il training di formazione e confronto sugli effetti della crisi climatica, organizzato da The Climate Reality Project nella splendida cornice della Nuvola di Fuksas. Ai nostri training partecipano persone di ogni ceto sociale, che vengono ad ascoltare esperti come l’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore o l’ex commissario europeo per il clima Wopke Hoekstra sulle ultime novità in materia di scienza e soluzioni climatiche, e a scoprire come possono realmente agire per fare la differenza. Il nostro evento a Roma è stato il primo che abbiamo mai realizzato in Europa meridionale. Inizialmente, ci chiedevamo quale sarebbe stata la risposta della gente. Alla fine, abbiamo dovuto cercare delle sedie extra per accogliere tutti i partecipanti.

Movimento dal basso

Ciò che ho visto e sentito nelle conversazioni con attivisti italiani di ogni età e provenienza è stato un forte impegno a costruire un futuro migliore per il Paese, alimentato da energia pulita. Per gli attivisti più giovani con cui ho parlato, questo significava principalmente mantenere la questione al centro dell’attenzione e intraprendere studi che portassero a carriere nella società civile o nel business sostenibile. Per gli imprenditori, significava integrare la consapevolezza climatica in ogni aspetto delle loro attività e sviluppare nuovi prodotti con emissioni e impatti più bassi. Per tutti, significava allontanarsi dai combustibili fossili, con o senza il supporto del governo.

Potenzialità italiana

Questo straordinario movimento dal basso per il cambiamento suscita ottimismo. L’Italia vanta una lunga tradizione di leadership nel campo dell’energia pulita, avendo costruito una delle prime centrali idroelettriche al mondo a Porto d’Adda nel 1895 e il primo impianto geotermico in Toscana nel 1904. Oggi, l’Italia produce già circa il 35% della sua elettricità da fonti rinnovabili e ha il potenziale per fare molto, molto di più.

Per una transizione equa

Un altro tema ricorrente emerso a Roma è che la transizione non deve essere solo rapida, ma anche equa per tutti. Come ha affermato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen: “Questa transizione o funzionerà per tutti e sarà giusta, oppure non funzionerà affatto.”

Espandere l’economia verde

Le industrie ad alta intensità energetica in Italia, come l’acciaio, la chimica e la lavorazione dei metalli, rappresentano oltre 700.000 posti di lavoro. Il settore automobilistico ne conta ulteriori 250.000. Queste sono le persone e le famiglie reali che la transizione deve sostenere. La Commissione Europea ha indicato una strada, assegnando 1,2 miliardi di euro per aiutare, tra l’altro, le aree colpite dall’estrazione del carbone in Sardegna e il settore dell’acciaio in Puglia. Un’altra via è quella di espandere l’economia verde, come dimostra la costruzione della più grande fabbrica di pannelli solari in Europa a Catania, che si prevede creerà circa 1.000 posti di lavoro.

 

L’intervento di Phyllis Cuttino durante l’evento di Climate Reality a Roma

 

Speranza per tutti

Sulla base di quanto ho visto a Roma, credo dunque che se c’è un paese in grado di dimostrare come una transizione possa funzionare per tutti, quel paese è proprio l’Italia. Dopotutto, poche nazioni possono vantare non solo un enorme potenziale eolico e solare, ma anche una cultura imprenditoriale innovativa capace di trasformare tale potenziale in progresso. E tutti noi vi osserviamo con ammirazione e speranza.

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Phyllis Cuttino
Phyllis Cuttino
Phyllis Cuttino, presidente e CEO di Climate Reality, ha una lunga esperienza di comunicazione politica e strategica nel campo dell’advocacy e della lotta al cambiamento climatico. È stata vicepresidente per i public affairs della United Nations Foundation, direttore esecutivo della Climate Action Campaign e direttore dei programmi sull’energia pulita del Pew Charitable Trust.

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