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Un ritratto di Jared Diamond
Jared Diamond, antropologo, vincitore del Pulitzer per la saggistica. Nel 1972 era tra gli esperti che parteciparono alla conferenza Onu di Stoccolma

Jared Diamond e il suo “Crisi” al Salone di Torino

A SalTo Extra, l'edizione digitale della kermesse torinese, l'antropologo statunitense ha presentato il suo più recente volume. Un'analisi d'impianto psicanalitico  che tiene insieme la sfida del cambiamento a livello individuale e globale
17 Maggio, 2020
3 minuti di lettura

Jared Diamond, antropologo e ornitologo statunitense che si è occupato di fisiologia, biologia evolutiva e biogeografia, è intervenuto ieri al Salone internazionale del libro di Torino, date le circostanze in streaming, per presentare il suo ultimo libro “Crisi. Come rinascono le nazioni” (Einaudi, 2019). Considerato il massimo esperto mondiale della flora e della fauna in Nuova Guinea, Diamond è membro dell’Accademia nazionale delle scienze degli Usa, insegna all’Università della California di Los Angeles e alla Luiss di Roma.

«Un gigante della cultura contemporanea – lo ha definito il direttore del Salone, Nicola Lagioia – che elargisce consigli alla comunità del Salone e fa arrivare un po’ di aria buona lì dove le finestre sono un po’ troppo chiuse».

 

 

Il suo “Armi, acciaio e malattie. Breve storia degli ultimi tredicimila anni”, un saggio storico, geografico e antropologico, ha vinto nel 1998 il Premio Pulitzer per la saggistica ed è stato edito in Italia da Einaudi. Un legame, quello fra Diamond e la casa editrice torinese, che segna altre sue pubblicazioni nel nostro paese come “Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere” (2005), “Il mondo di ieri. Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali?” (2013), “Da te solo a tutto il mondo. Un ornitologo osserva le società umane” (2015). Fino al recente “Crisi” intorno al quale ha centrato il suo intervento a SalTo Extra, com’è stata ribattezzata l’edizione 2020 del Salone:

«Il mio libro – ha detto Diamond – tratta di crisi a più livelli: una crisi personale come quella che deriva dalla rottura di un matrimonio, dalla morte di una persona amata o dagli ostacoli nella carriera. La crisi personale mi interessa anche perché mia moglie è psicologa specializzata nell’aiutare le persone ad affrontare la propria crisi. Quando mi ha spiegato i fattori che rendono più o meno possibile la risoluzione di una crisi personale, ho realizzato che fattori simili sono applicabili anche alla crisi delle nazioni».

Nel volume l’antropologo affronta i traumi personali e le strategie da mettere in campo affinché le nazioni riescano a riprendersi dalle crisi e rinascere. Lo spiega attraverso l’analisi comparativa delle crisi attraversate da Finlandia, Giappone, Cile, Indonesia, Germania, Australia, Stati Uniti. Lo studio di queste sette nazioni dimostra come il primo passo da compiere per superare una crisi, analogamente a quanto avviene a livello individuale, «sta nel riconoscere di essere in una crisi, se non lo riconosci non puoi fare progressi. Quando una nazione è in crisi, deve accettare responsabilmente che devono avvenire dei cambiamenti. Inoltre, aver risolto una crisi precedente, come avviene anche nella nostra vita, aiuta a risolvere quelle successive. Aiuta ad avere fiducia in sé, come succede negli individui».

 

Guarda il video con Jared Diamond a SalTo Extra

 

Un’analisi d’impianto chiaramente psicanalitico che lo porta ad esaminare, secondo il suo “modus operandi” lucido e razionale, sia le cause interne ed esterne che i vantaggi e gli strumenti da possedere affinché le nazioni diventino più consapevoli nei confronti del clima, delle disuguaglianze, del rischio di armi nucleari e più responsabili verso l’utilizzo delle risorse essenziali. Fino a giungere alla conclusione che occorre «un cambiamento selettivo» per scoprire nuove soluzioni utili a uscire dalla crisi a livello mondiale, in armonia con le capacità e le caratteristiche di ciascuno.

 

 

La crisi della Covid-19, rammenta Jared Diamond, implica un ulteriore passaggio: bisogna cambiare prospettiva, acquistare un’identità mondiale che vada oltre i confini europei per sentirci «cittadini del mondo» nella corsa contro il virus.

«Questa pandemia è una tragedia temporanea – ha ricordato – un problema che nel giro di un anno o due sarà risolto dal vaccino, ma la soluzione deve essere globale. Spero che questa triste crisi porti, nonostante tutto, sul lungo termine, speranza e beneficio al mondo, lavorando insieme per rendere disponibili i vaccini a tutto il mondo».

Guarda l’intervista di Isabella Pratesi a Jared Diamond

 

E il prossimo passo dovrà essere quello di occuparci globalmente di un problema serio come il cambiamento climatico e il riscaldamento globale: un fenomeno che uccide lentamente e non visibilmente e necessita della cooperazione mondiale delle migliori menti scientifiche. Ci illumina, infine, un brano scelto proprio da “Crisi”:

«Tutti, a ogni livello, si trovano prima o poi ad affrontare crisi e spinte al cambiamento. Tutti, nessuno escluso: dai singoli individui ai gruppi, alle aziende, alle nazioni, fino al mondo intero. […] Individui e nazioni devono innanzitutto valutare onestamente le proprie capacità e i propri valori: decidere quali parti di sé restano adeguate anche nella nuova realtà e sforzarsi coraggiosamente di riconoscere ciò che invece va cambiato. L’obiettivo è individuare nuove soluzioni in armonia con le capacità e le caratteristiche di ciascuno. Al tempo stesso è necessario tracciare un confine intorno agli elementi fondanti della propria identità che, in quanto tali, non si ritengono modificabili».

Come dire: agire tutti insieme per diventare più forti e uniti. Un bel messaggio di cooperazione e speranza, in un’epoca in cui di speranza ne abbiamo proprio bisogno.

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