Ha appena 19 anni, studia fisica all’Università di Harvard ed è appassionata ai concorsi di bellezza, che considera come un’opportunità per promuovere le potenzialità delle giovani donne, al punto da dedicare al tema anche un blog. Si chiama Jordan Sanchez ed è la poetessa, già finalista del Climate Speaks Program 2019, cui l’Unep ha chiesto di comporre un’opera per la “Giornata mondiale dell’ambiente” che si celebra oggi.
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Ne è scaturita “Reimagine, Recreate, Restore”, una performance in voce, con la regia di Evie Wright e le immagini di Christina Wairegi, che invita a riflettere, sul rintocco di un metronomo, intorno all’unicità e alla piccolezza del nostro transito sulla Terra. Ma che contiene anche un’esplicita esortazione ad impegnarci in prima persona, a spendere il nostro tempo, esiguo al cospetto di quello geologico eppure straordinariamente prezioso, per proteggere la casa comune. Un messaggio che Jordan sembra rivolgere in particolare ai suoi coetanei perché si uniscano nella rigenerazione degli habitat offesi dallo sfruttamento indiscriminato:
«Siamo una frazione di secondo nella vita della terra. Ma lei è la nostra unica ancora di salvezza» dice in uno dei suoi versi.
È questo, del resto, il tema che accompagna l’edizione 2021 della Giornata mondiale dell’ambiente, la riparazione del pianeta. Tanto da segnare l’avvio ufficiale del Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema 2021-2030: una campagna che impegna la comunità globale a risanare, durante il prossimo decennio, almeno un miliardo di ettari di terra esposti al degrado e a fare lo stesso per gli oceani. Sulla perdita dei servizi ecosistemici l’Unep ha preparato anche un rapporto, Becoming #GenerationRestoration: Ecosystem Restoration for People, Nature and Climate, che spiega come l’umanità stia utilizzando più di una volta e mezza le risorse che fornisce la natura. Invertire la rotta, si legge nel rapporto, implica una sforzo collegiale che coinvolga comunità locali, attivisti, imprese, investitori, ricercatori e governi a tutti i livelli.
Guarda il video di lancio della
“Decade delle Nazioni Unite per il ripristino dell’ecosistema”
Chi è dunque Jordan Sanchez, la giovane voce che l’Unep ha scelto per condividere questi valori in termini poetici? Nata e cresciuta nel Bronx, fra i distretti storicamente più problematici di New York, ha origini portoricane, congolesi e togolesi. Questa sua provenienza, in quanto donna nera e ispanica, l’ha portata a leggere la crisi climatica dal punto di vista dei più deboli, a occuparsi di giustizia ambientale e a riflettere, attraverso le sue opere, in termini etici sul riscaldamento globale:
«Siamo i primi a essere colpiti dai fenomeni estremi e gli ultimi a essere salvati» ha detto.
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Molto attiva sui social, in particolare su Instagram e Tik Tok, possiede un sito web e pubblica anche dei tutorial su Youtube tramite i quali prepara decine di migliaia di studenti delle scuole superiori perché accedano ad Harward. Ma è la poesia la sua vera passione. Il suo “On Climate Denial” (Sul negazionismo climatico), con il quale è emersa due anni fa durante la prima edizione del “Climate Speaks”, il contest organizzato dal Climate Museum e dal New York City Department of Education, è poeticamente intenso ed esplicito nel significato (la traduzione è nostra):
«Negare è la prima reazione al dolore, ma per cosa stai soffrendo?
Forse per il fatto che l’aria pulita sta scomparendo,
che i nostri polmoni assorbono costantemente il grigio,
che noi stessi scendiamo lentamente nel nero…» recitano i primi versi.
E ancora:
Cenere e fumo, fumo e cenere.
Ceneri e speranza;
È tutto ciò che ci rimane.
E tutto quello che resta da fare è giusto.
Cercando una direzione,
possiamo soltanto guardarci l’un l’altro.
Guarda in alto, cosa vedi?
Cosa senti?
Un suo punto di riferimento, racconta, è Amanda Gorman: la giovane attivista e poetessa impegnata sui temi civili, dalla lotta al razzismo all’emancipazione femminile, scelta dal presidente Biden per leggere pochi mesi fa una sua poesia, The Hill We Climb, durante la cerimonia d’insediamento alla Casa Bianca. Molti aspetti le tengono insieme, innanzitutto l’età, poi il luogo degli studi (la Gorman ha studiato sociologia ad Harward), il fatto di essere entrambe “black woman” impegnate tramite i linguaggi creativi sul terreno dei diritti e del cambio di paradigma.
E Jordan Sanchez, come la sua amica Amanda, sulla funzione della poesia verso questo obiettivo ha le idee chiare:
«Voglio che le persone capiscano che la situazione in cui ci troviamo è grave ma c’è sempre qualcosa che possiamo fare, dobbiamo rimanere positivi e dobbiamo agire».