Fare memoria significa raccontarne le storie, con la prospettiva di andar oltre il mantenimento del ricordo per dirigersi verso la costruzione culturale e civile di cambiamento comune e condiviso. Come scrive Matteo Corradini «fare memoria non significa quasi mai portare sulle spalle le vite di chi abbiamo conosciuto, o di chi abbiamo amato. Per quelli, in fondo, la nostra memoria si sovrappone ai ricordi, al tempo passato insieme, all’importanza intima delle persone, e ciascuno ha le proprie. Fare memoria significa invece ricordare gli altri, tutti gli altri. Quelli che non abbiamo conosciuto. Che erano diversi da noi».
Generare valori
Si tratta, quindi, di una narrazione attivante, diversa e a volte in contrasto con il monumentalismo retorico, per generare valori di solidarietà e partecipazione.
Una narrazione non conclusa e continua affinché riscatti la sua presenza attraverso la responsabilità dell’esercizio di cittadinanza di ognuno.
PROGRAMMA
Accoglie e scioglie le vele
Gabriele De Veris, Biblioteca di San Matteo degli Armeni, Perugia
Introduce e coordina
Tito Vezio Viola, Direttore della Scuola di ecologia
Intervengono
Daniela Marcone, Responsabile Settore Memoria di Libera
La narrazione delle vittime innocenti delle mafie come educazione civile
Lucia Montanino, in dialogo con Lilly Cacace, racconta il suo libro
“Storia di un abbraccio. Una storia vera di criminalità e perdono nel carcere di Nisida” (Piemme Edizioni)
Luca Alici, docente di Filosofia politica. Università di Perugia
Memoria, territorio, comunità. Rigenerare i legami attraverso la partecipazione
L’incontro si tiene online nell’aula virtuale della Scuola di Ecologia e sarà trasmesso in streaming su questa pagina. Per partecipare in forma attiva occorre iscriversi gratuitamente all’evento.