Ode al Drago di Vaia, effimero custode della foresta

L'installazione dell'artista veneto Marco Martalar è stata realizzata con gli scarti degli alberi travolti tre anni fa dall'uragano che ha colpito le Dolomiti e le Prealpi venete. Un'opera che celebra la resilienza, destinata a dissolversi nel tempo
29 Novembre, 2021
1 minuto di lettura

Almeno per un po’ vigilerà sui boschi dell’Alpe Cimbra, nell’Altopiano di Lavarone (Tn). Poi si decomporrà anche lei nell’ambiente, come prevede la natura, questa splendida figura di drago alta più di sei metri e larga sette. A realizzarla nel biotopo di Malga Laghetto, in località Magré, è stato Marco Martalar, scultore del legno che presiede l’associazione Naturalarte, utilizzando un materiale di grande valore simbolico.

Vale a dire le scaglie che derivano dagli alberi schiantati nel 2018 dall’uragano Vaia e il legname ricavato dall’Avez del Prinzep, l’abete bianco più alto d’Europa, morto un anno prima, all’età di circa 260 anni, sempre a causa di una violenta perturbazione.

 

 

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L’installazione, inaugurata pochi giorni fa, sta riscuotendo uno straordinario successo, con migliaia di visitatori che salgono a visitarla e una pioggia incessante di selfie e condivisioni sui social. Per costruirla Martalar, artista di Asiago che vive immerso in questi splendidi luoghi, ha lavorato dall’inizio di ottobre utilizzando circa tremila viti e duemila scarti di arbusti abbattuti dall’evento meteorologico estremo.

 

 

All’interno la figura è sorretta da uno scheletro, anch’esso in legno, come si può apprezzare nel video girato da Flores Munari (in alto nella pagina) e diventerà presto il punto d’arrivo e partenza del percorso artistico “Lavarone Green Land”. Il materiale di cui è composto però, per scelta dell’autore, non è stato trattato e dunque il Drago di Vaia, sul quale durante le ultime ore è già scesa la neve, è destinato a mutare nel tempo, una stagione dopo l’altra, fino a dissolversi.

Mielizia

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Marco Fratoddi
Marco Fratoddi, giornalista professionista e formatore, è direttore responsabile delle riviste Sapereambiente e Terraneamagazine. Insegna Scrittura giornalistica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino con un corso sulla semiotica della notizia ambientale e le applicazioni giornalistiche dei nuovi media dal quale è nato il magazine studentesco Cassinogreen. Insegna inoltre Comunicazione ecologica presso la Pontificia Università Antonianum di Roma. Partecipa come direttore artistico all'organizzazione del Festival della virtù civica di Casale Monferrato (Al), ha promosso la nascita del Festival europeo di poesia ambientale e del Poetry Village di Roma. Ha diretto dal 2005 al 2016 “La Nuova Ecologia”, il mensile di Legambiente, dove si è occupato a lungo di educazione ambientale e associazionismo di bambini, è stato fino al 2021 caporedattore del magazine Agricolturabio.info e fino al 2019 Direttore editoriale dell’Istituto per l’ambiente e l’educazione Scholé futuro-Weec network di Torino. Ha contribuito a fondare la “Federazione italiana media ambientali” di cui è divenuto segretario generale nel 2014. Fa parte di “Stati generali dell’innovazione” dove segue in particolare le tematiche ambientali. Fra le sue pubblicazioni: Salto di medium. Dinamiche della comunicazione urbana nella tarda modernità (in “L’arte dello spettatore”, Franco Angeli, 2008), Bolletta zero (Editori riuniti, 2012), A-Ambiente (in Alfabeto Grillo, Mimesis, 2014), Tre domande sull'economia circolare (Mdc, 2024).
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