Ha spiegato che, il titolo del suo libro si riferisce al «tempo della vita in cui ciascuno capisce di non possedere la forza che gli viene richiesto di avere». Donatella Di Pietrantonio ha vinto il Premio Strega 2024 con 189 voti per il romanzo L’età fragile (Einaudi), dedicato «a tutte le sopravvissute», e che in esergo riporta una frase di Simone De Beauvoir: «Non esiste una morte naturale: di ciò che avviene all’uomo, nulla è mai naturale, poiché la sua presenza mette in questione il mondo». Il manifesto di questa edizione, come da tradizione, è stato preveggente anche quest’anno: nella Strega d’Autore, come viene chiamato, c’è un lupo, e proprio con un lupo finisce il romanzo della Di Pietrantonio: «Cade il cielo sopra il dente del lupo, l’ultima stella dell’estate».
Uno Strega per i diritti non (più) scontati
Gli altri classificati sono, al secondo posto Dario Voltolini con Invernale (La nave di Teseo), 143 voti e al terzo Chiara Valerio con Chi dice e chi tace (Sellerio), 138 voti. Al quarto posto Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo (Mondadori), 83 voti, al quinto Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli), 66 voti e al sesto Tommaso Giartosio con Autobiogrammatica (minimum fax), 25 voti. Tutti libri che, come dice l’esergo di L’età fragile, rivelano che la presenza stessa dell’essere umano mette in questione il mondo. Dopo aver bevuto, come da tradizione, il liquore, Di Pietrantonio si è congedata con una promessa:«Userò la mia voce, scritta e orale, per difendere i diritti per cui la mia generazione ha combattuto e che non sono più scontati».