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Antropocene: una nuova epoca per la Terra, una sfida per l’umanità

Il libro di Emilio Padoa-Schioppa racconta della nuova epoca che vede al centro l’uomo e le sue attività climalteranti. È la prima volta nella storia della Terra che un essere vivente mette a rischio la sua stessa esistenza
21 Aprile, 2021
2 minuti di lettura
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Sono passati vent’anni – anzi, 21 per l’esattezza: era il febbraio del 2000 – da quando lo scienziato Paul Crutzen coniò il termine “Antropocene” per riferirsi all’era geologica in cui si trova l’umanità attualmente. Un’era caratterizzata dall’impronta indelebile dell’essere umano che, a causa della sua attività, ha generato l’alterazione dei normali cicli biogeochimici, l’irreversibile distruzione di interi habitat e l’incremento del sempre più minaccioso riscaldamento globale. A dir la verità, Crutzman non fu il primo a coniare questo termine. Prima di lui, altri scienziati parlarono di “era antropozoica”. Allora perché “Antropocene” detonò come una bomba nella terminologia ambientale? Emilio Padoa-Schioppa, docente di Ecologia del paesaggio all’Università Bicocca di Milano, ci racconta la genesi e i significati del termine nel suo ultimo libro, edito da Il Mulino, dal titolo, appunto, Antropocene. 

 

Paul Jozef Crutzen coniò nel 2000 ha il termine "Antropocene" : così venne definita la prima era geologica nella quale le attività umane sono state in grado di influenzare l'atmosfera e alterare il suo equilibrio.
Paul Jozef Crutzen coniò nel 2000 il termine “Antropocene”: la prima era geologica nella quale le attività umane sono state in grado di influenzare l’atmosfera e alterare il suo equilibrio.

 

Non è (ancora) la catastrofe

Non si tratta della fine dell’umanità, anche se la tentazione di usare un linguaggio catastrofista è forte. Padoa-Schioppa evita sapientemente il disfattismo e divide il libro in due parti: nella prima tenta “l’impossibile”, come dice lui stesso, ovvero condensare in poche pagine la storia della Terra per capire le ipotesi che sono state avanzate al fine di identificare un momento di inizio per l’Antropocene. Nella seconda parte, l’autore affronta l’Antropocene da un punto di vista sociale: l’impatto sulla società, i tentativi di negarlo, le possibili soluzioni e riflette sulle istituzioni di cui avremmo bisogno per affrontare il futuro che ci aspetta. Un esercizio di “realismo indispensabile”, dice Padoa-Shioppa, dato che “l’umanità si trova di fronte a un bivio”. La sfida – epocale, ammette lo stesso autore – è quella di trovare una modalità tale “per cui i progressi che come specie abbiamo compiuto non vadano a scapito delle generazioni future”. Riconoscere l’Antropocene, allora, può rappresentare un’occasione di sviluppo, saper trarre un’opportunità da una crisi.

 

 

Educare all’ambiente

Per cambiare rotta, Padoa-Schioppa traccia una serie di spunti, tutti all’insegna di quattro parole chiave: sostenibilità, mitigazione, compensazione e adattamento. All’interno di questo panorama, i comportamenti più urgenti riguardano la tutela della biodiversità, la decarbonizzazione dell’economia, rendere le nostre città più “smart” e sviluppare infrastrutture verdi.Ma ricerca di soluzioni non può prescindere da una disciplina emergente: l’educazione ambientale. Antropocene di Padoa-Schioppa è sicuramente uno strumento più che adatto a questo scopo. «Guardiamo oltre l’orizzonte delle prossime elezioni […]. Scegliamo con prudenza e intelligenza le nuove tecnologie che ci possono dare una mano, senza cadere nell’illusione che le scoperte future ci potranno salvare». Insomma, l’autore ci avverte: non è il momento di crogiolarci nell’inazione. L’epoca dell’Antropocene ci dice che è venuto il momento di agire.

 

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