Daniele Zagaria, autore del volume "Il groviglio verde"
Daniele Zagaria, autore del volume "Il groviglio verde"

Funghi preistorici, alberi, mangrovie. Dentro il “groviglio verde” con Daniele Zagaria

Il biologo ci accompagna, con il suo ultimo volume, dentro le molteplici relazioni che legano l'umanità alla sfera vegetale. Attraverso uno stile avvincente nel quale il rigore scientifico non manca mai
9 Gennaio, 2025
4 minuti di lettura
Il groviglio verde
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Quanti di noi hanno considerato i boschi, le foreste ma anche i funghi e le piante come un unico sistema “aggrovigliato”? In pochi, certamente. Invece è proprio questa la parola chiave che introduce alla lettura del libro Il Groviglio Verde. Abitare le foreste dal mesozoico alla fantascienza di Danilo Zagaria, una visione integrata e stimolante di tutto il mondo vegetale interconnesso al proprio interno.

Groviglio verde: una foresta dall'alto
Foto: Getty Images

Filo d’Arianna

Il “Groviglio verde” è appunto quella matassa che dà origine a un filo d’Arianna nelle mani da Zagaria che ci accompagna, pagina dopo pagina, verso la scoperta della nostra relazione con il patrimonio botanico. L’autore, come un moderno Virgilio, porta il lettore dai funghi preistorici alle foreste di mangrovie, dalla realtà dei cambiamenti climatici alla visione fantascientifica di film come Avatar. Sfatando anche dei falsi miti come quello che gli alberi non si muovano o che le piante ragionino come noi.

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Certo, gli spostamenti sono lenti ma inequivocabili a causa del riscaldamento globale e del conseguente innalzamento del livello delle acque. E sì, in qualche modo esiste una “comunicazione” fra le specie vegetali, ma un po’ diversa dalle connessioni neurali del nostro cervello.

Un ramoscello d'albero
Foto: Wannafang

Miti da sfatare

Pur dimostrando doti da capace narratore, bisogna ricordare che Danilo Zagaria è un biologo, divulgatore scientifico, redattore editoriale e già autore di numerosi libri. Questo suo ultimo lavoro si legge come un romanzo, ma raccoglie dati e informazioni che inducono che legge a compiere riflessioni molto stimolanti e profonde. Zagaria ci aiuta infatti a considerare la sfera vegetale in ogni sua forma come un tutt’uno, senza soluzioni di continuità. Certo, l’idea del groviglio dà un senso di confusione, sembra tutto tranne che un’esplorazione semplice o piacevole.

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Eppure è questa la strada che Zagaria ha scelto per condurci alla scoperta di un mondo che ci è vicino e indispensabile. Sebbene spesso, si considerino le foreste come lontane, mitiche o inavvicinabili, ci ricorda come più della metà della popolazione mondiale viva a meno di 5 km da una foresta e un terzo a meno di un chilometro.

Dentro il Groviglio verde con Daniele Zagaria
Foto: viewbug

Visioni da scienziato

Ma come dicevamo non poteva mancare la visione dello scienziato. Dopotutto Danilo Zagaria è un biologo e come tale riconduce sempre l’analisi sul piano scientifico e non demagogico o estremista. Racconta così anche del suo personale approccio al “groviglio verde” suggerendo una serie di comportamenti che ciascuno di noi può esercitare. Per esempio, non poteva mancare una valutazione su cosa e come mangiamo e sull’enorme impatto che hanno gli spazi necessari per gli allevamenti di bestiame, in particolare le mucche. Sostituendo polli e maiali al manzo, sostiene lo studioso, si otterrebbero già grandi risultati senza indurre un cambio epocale della nostra dieta.

Dentro il Groviglio verde con Daniele Zagaria: un hamburger
Foto: Canva

Ecosistema a rischio

A causa della deforestazione e della degradazione forestale nel frattempo il groviglio verde si sta riducendo: tra il 1990 e il 2020 abbiamo perso 420 milioni di ettari, una superficie pari a quella dell’Uea. Ma abbattere alberi non è solo un modo per ottenere aree da destinare agli allevamenti. Servono anche grandi spazi per la coltivazione. E proprio perché Zagaria non abdica mai alla sua scientificità, ecco che oltre a sfatare la semplificazione per cui “non mangiamo più carne così salviamo il pianeta”, ci informa anche che la produzione di soia, tanto per fare un esempio, dal Duemila è aumentata di ben 25 volte, grazie anche alla varietà geneticamente modificata.

Dentro il Groviglio verde con Daniele Zagaria
Foto: Avalon_Studio / Getty-Images

Cibo in transizione

In Brasile, per esempio, si coltiva una superficie di terreno per la soia pari a quasi quella dell’Italia. E questo, ovviamente, a scapito della savana tropicale e della foresta amazzonica. Parlando di cibo Zagaria non nasconde il suo punto di vista sulla carne coltivata, sugli ogm e in generale sulla “transizione proteica” della nostra alimentazione che non può escludere gli insetti. D’altra parte, ci suggerisce, a vongole, cozze e astici siamo già abituati. Forse, addentare un insetto, non è poi così diverso.

Risorsa insostituibile

Grazie a una narrazione multi temporale e multidimensionale il libro ci ricorda che dalle foreste discendiamo, nel vero senso della parola, visto che i nostri progenitori vivevano sugli alberi e che quindi il nostro rapporto con la flora è estremamente variegato e complesso da sempre. Basti pensare che dal “groviglio verde” traiamo non solo nutrimento o piacere nell’osservare gli alberi (che sono l’habitat indispensabile di moltissime specie animali), ma anche legno fondamentalmente per riscaldarci o per produrre mobili e infrastrutture. Senza dimenticare le piante officinali da cui troviamo medicamenti e basi chimiche per curarci e difenderci. E ancora, proprio agli alberi dobbiamo lo sviluppo della nostra cultura, con la produzione della carta che ha consentito di diffondere informazioni a un prezzo accessibile.

Dentro il groviglio verde con Daniele Zagaria: la chioma di un albero

In conclusione si può guardare al “groviglio verde” senza perdersi?

Dentro il groviglio verde con Daniele Zagaria: la base di un albero
Foto: Robertsrob / Getty Images

Sì, se questo avviene in modo serio, razionale e anche positivo. Si calcola che nel mondo 4,17 miliardi di persone (il 95% di quelle che non risiedono in città) vivano a soli 5 chilometri da una foresta mentre 3,27 miliardi a meno di un chilometro. Le nostre città possono rivelarsi il posto ideale per sviluppare dei boschi verticali, giardini fioriti e curati, dove le piantumazione abbia anche la funzione di catturare la CO2 utilizzando essenze autoctone. Un esempio di realtà virtuosa è Singapore, città-stato che ha integrato architetture fantascientifiche con selve indoor, gigantesche serre e pannelli solari. E allora, la lettura del “Il groviglio verde” è caldamente consigliata a chiunque voglia osservare le piante e gli alberi che ci circondano con un occhio diverso. Si spera, anche con maggior rispetto.

Un'area verde a Singapore
Un’area verde a Singapore. Foto: Bill Roque’s
Mielizia

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Riccardo Parigi
Riccardo Parigi
Riccardo Parigi, genovese, è comunicatore ambientale. Laureato in filosofia è formatore, facilitatore, business coach, crisis manager. Si occupa di tematiche ambientali dal 1991. Fondatore e amministratore di Must – Comunicazione Ambientale. Docente AIAS Academy (Associazione italiana esperti ambiente e sicurezza). Dal 2020 è Ambassador mondiale di EN Roads simulatore dei cambiamenti climatici realizzato da MIT Sloan. Practitioner PNL.
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