Salvare il pianeta a piccoli passi. La transizione gentile nel libro di Matteo Nardi e Letizia Palmisano
Un volume in dieci capitoli con tante informazioni e suggerimenti concreti per partecipare al cambiamento. Utile soprattutto a quanti scoprono l’ecologia come una ragione di speranza
Un’idea è buona soltanto se fa bene all’ambiente. Figuriamoci dieci. Lo sanno con chiarezza Matteo Nardi e Letizia Palmisano che si presentano al pubblico con un volume che possiede già nel titolo un pregio piuttosto raro in campo ambientale, quello cioè di portare in evidenza le soluzioni con semplicità, gentilezza e un pizzico d’ironia. È utile anche per questo motivo “Dieci idee per salvare il pianeta prima che sparisca il cioccolato” (Città nuova editrice) che questa coppia di autori, entrambi impegnati nella militanza ecologista e nella comunicazione per la sostenibilità, ha concepito nel momento giusto.
Quello cioè che richiede a tutti noi, mentre le pandemia non molla la presa e il cambiamento climatico porta anche nel mondo industrializzato i suoi effetti devastanti, di ripensare la nostra maniera di stare al mondo e d’interpretare nella sua accezione più profonda la transizione ecologica.
È un libro per chi cerca risposte, insomma, il loro. Per le coppie che vogliono crescere i propri bambini all’insegna di un’alimentazione sana che protegga il corpo e il suolo, orientando verso la filiera corta la propria spesa o entrando nell’ottica dell’autoproduzione già sul terrazzo di casa, ridimensionando il consumo di carne che incide, come sappiamo, largamente nelle emissioni di gas-serra e privilegiando i prodotti sfusi o con packaging leggero. Per quanti vogliono uscire dalla schiavitù dell’automobile di proprietà e affermare il proprio diritto a muoversi attraverso i mezzi pubblici, il car-pooling e il car-sharing, eventualmente acquistando un veicolo con propulsione ibrida o elettrica, fermi restando i limiti attuali di queste scelte. O ancora, per coloro – come chi scrive – che fanno un largo uso di strumenti digitali che producono il 4% delle emissioni climalteranti e che contengono metalli rari o miscele complesse, come la Columbite-tantalite, meglio nota come Coltan, la cui provenienza è legata allo sfruttamento indiscriminato dei giacimenti e delle persone che vi lavorano. La soluzione?
Resistere all’obsolescenza programmata, contenere l’invio di e-mail che secondo Rete clima, al ritmo di cento al mese, producono 23 Kg di CO2 l’anno e adottare servizi carbon neutral.
Ecco, sta qui un altro pregio del volume di Nardi e Palmisano: nel seguire un ritmo elevato, per capitoli brevi, al cui interno si trovano informazioni sulla via da prendere ma anche sulle ragioni etiche, ambientali e sanitarie per cui occorre farlo. Si racconta del recupero di materia e della gestione intelligente, attraverso l’innovazione digitale e i comportamenti virtuosi, della propria abitazione.
E ancora di pratiche educative, con una dedica all’inizio del quinto capitolo che ci colpisce, quella a Simonetta Salacone, indimenticabile dirigente scolastica nel quartiere romano di Centocelle, scomparsa prematuramente quattro anni fa, che aveva promosso una didattica profondamente orientata all’inclusione e al cambiamento.
Il resto potrete scoprirlo in autonomia leggendo le storie, i dati, le indicazioni praticabili per piccoli passi che gli autori distribuiscono dentro le dieci sezioni del libro. Certi concetti, specialmente a quanti fanno parte del movimento ambientalista, diciamo agli addetti ai lavori, potranno sembrare noti (e nonostante questo molte abitudini stentano a cambiare). Ma c’è un’area sempre più ampia della popolazione, sensibile in maniera crescente verso una vita a basso impatto e ad elevata qualità, che vuole partecipare in prima persona alla rigenerazione. Questa guida ci sembra dedicata proprio a loro: a quanti scoprono, in un periodo tanto problematico come quello che stiamo attraversando, l’ecologia come una ragione di speranza e vogliono impegnarsi per salvare, insieme al cacao, il resto della casa comune che il nostro vecchio modello di convivenza mette ormai a rischio.
Saperenetwork è...
- Marco Fratoddi, giornalista professionista e formatore, è direttore responsabile di Sapereambiente, insegna Scrittura giornalistica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino con un corso sulla semiotica della notizia ambientale e le applicazioni giornalistiche dei nuovi media dal quale è nato il magazine studentesco Cassinogreen. Partecipa come direttore artistico all'organizzazione del Festival della virtù civica di Casale Monferrato (Al). Ha diretto dal 2005 al 2016 “La Nuova Ecologia”, il mensile di Legambiente, dove si è occupato a lungo di educazione ambientale e associazionismo di bambini, è stato fino al 2021 caporedattore del magazine Agricolturabio.info e fino al 2019 Direttore editoriale dell’Istituto per l’ambiente e l’educazione Scholé futuro-Weec network di Torino. Ha contribuito a fondare la “Federazione italiana media ambientali” di cui è divenuto segretario generale nel 2014. Fa parte di “Stati generali dell’innovazione” dove segue in particolare le tematiche ambientali. Fra le sue pubblicazioni: Salto di medium. Dinamiche della comunicazione urbana nella tarda modernità (in “L’arte dello spettatore”, Franco Angeli, 2008), Bolletta zero (Editori riuniti, 2012), A-Ambiente (in Alfabeto Grillo, Mimesis, 2014).