RedazioneNel 2022 in Europa le energie rinnovabili hanno coperto il 24% della generazione elettrica fornendo l’equivalente di 70 miliardi di metri cubi di gas di importazione, per un risparmio di circa 100 miliardi di euro, stimava lo studio “More renewables, Less inflation” dei think tank E3G ed Ember, pubblicato a fine ottobre. Anche le installazioni sono aumentate. Secondo i dati di Wind Europe , associazione che riunisce oltre 400 operatori dell’eolico, dal 2021 gli impianti eolici sono cresciuti di un terzo, soprattutto in Germania, Svezia, Finlandia, Spagna, Francia. Il Ceo di Wind Europe Giles Dickson, in un comunicato dell’11 gennaio dichiarava
«L’aumento del 33% delle nuove installazioni dimostra che l‘industria eolica europea è all’altezza della sfida. Ma bisogna semplificare le procedure di autorizzazione e agevolare gli investimenti nella catena di approvvigionamento: fabbriche, lavoratori qualificati, reti, materie prime e navi».
La produzione da solare invece ha registrato un +47% rispetto al 2021 e di più del doppio rispetto al 2020. Secondo SolarPower Europe, associazione europea dell’industria solare fotovoltaica, il maggior numero di installazioni fotovoltaiche sono state realizzate in Germania, seguita da Spagna, Polonia, Olanda, Francia.
In Italia il ritmo d’installazione di nuovi impianti per la produzione di energia rinnovabile è molto lento, la complessità dell’iter di autorizzazioni non aiuta. Secondo il rapporto di Terna, che gestisce la rete di trasmissione nazionale, la produzione fotovoltaica ha registrato un +11,8% mentre l’apporto dell’eolico diminuisce dell’1,8% rispetto al 2021. Nel complesso, nell’anno 2022 la capacità da rinnovabili nel nostro paese è aumentata di 3.036 MW, ancora troppo poco rispetto agli obiettivi dell’iniziativa RePowerEu, che richiedono un aumento annuo di 10.000 MW da rinnovabili. Per arrivare al 2030 con 85 gigawatt rinnovabili che coprirebbero l’84% della produzione elettrica, al momento al 31,1%.
Francesca Santoro
