Sara Giacani è una ragazza di 30 anni, romana, appassionata di radiofonia e di ecologia. Laureata in Lettere e specializzata in Giornalismo e Comunicazione, è sempre stata attratta da media e divulgazione. Questo l’ha spinta a intraprendere il percorso radiofonico e poi a sperimentare altre piattaforme.
Ha iniziato, all’interno della sua trasmissione su Radio Rock, creando una rubrica radiofonica dove parla di scelte quotidiane per diminuire l’impatto ambientale insieme all’amica Sofia Stella, protagonista del blog su Instagram La scelta verde.
Da lì la voglia di mettersi in gioco con nuovi canali e forme: non più solo radio e podcast, ma anche i social, per far arrivare messaggi e idee sempre a più persone. Attraverso i video della sua pagina TikTok Green Pills emerge la sua viva curiosità di scoprire nuove possibilità, alternative ed eco-sostenibili, di agire con più consapevolezza per salvaguardare l’ambiente che ci circonda. Ora, su TikTok conta più di 22mila follower e il suo podcast è seguitissimo su Spotify.
Sara, come nasce la pagina TikTok green_pills?
Green Pills è un progetto nato in origine come una rubrica radiofonica, andata in onda su Radio Rock nel 2021 per l’intera stagione. Grazie ai temi trattati in studio e all’interesse riscontrato negli ascoltatori, ho pensato di tradurre questo progetto anche su media differenti, e senza dubbio TikTok ha colpito la mia attenzione per questo proposito. Su TikTok parlo di azioni sostenibili, nuove abitudini da poter intraprendere, stile di vita zero waste e tutto quello che pian piano apprendo io stessa facendo questo percorso per rendere la mia vita più consapevole e meno impattante per l’ambiente.
Nei podcast con Sofia Stella si parla di sostenibilità affrontando temi sempre nuovi e mai banali. Da dove arriva lo spunto per queste idee?
Sofia Stella, dottoressa in analisi e gestione dell’ambiente, è stata la mia guida in questo percorso di cambiamento. I temi affrontati nella rubrica Green Pills e ancora disponibili in podcast, sono stati studiati, preparati e presentati proprio da lei, mentre io mi sono occupata della parte tecnica del progetto, il format, la regia, il clock radiofonico, la musica. Credo di aver trovato un’ottima compagna di viaggio, e proprio i suoi approfondimenti che ascoltavo anche io con enorme piacere mi hanno spinta a fare di più, a diventare più consapevole e a fare scelte più sostenibili.
“Stay Green, Stay Rock” è un po’ il motto di questo progetto. Cosa significa per te?
Volevamo far passare il messaggio che occuparsi di ecologia, oltre a essere essenziale per la nostra generazione e per quelle future, è interessante, è rock, appunto. Esiste un grande pregiudizio verso chi si occupa di ambiente, o chi anche soltanto se ne interessa, che poi secondo me più che un pregiudizio è un senso di colpa represso, un modo per sentirsi meglio con se stessi senza pensarci troppo: e cioè che queste persone siano “pesanti”, “polemiche”, che pensino solo al peggio. Ecco, volevamo far passare il messaggio che non è così, che avremmo parlato di temi diversi, da piccole azioni quotidiane a grandi problemi globali senza giudicare i nostri ascoltatori ma semplicemente fornendo loro uno spunto di riflessione, secondo noi necessario.
Tra i temi trattati nei tuoi video ce n’è uno in particolare di cui hai sentito il bisogno di parlare in modo più approfondito? E perché?
Mi piace soprattutto scoprire nuove realtà innovative, piccole aziende che lavorano in modo veramente sostenibile, che portano avanti idee di recupero delle materie prime e di economia circolare, rispettando i diritti dei lavoratori e l’ambiente. Mi piace scovare nuove realtà per far conoscere questi progetti e allo stesso tempo dar prova che delle alternative più sostenibili esistono, ma non vengono portate avanti dalle grandi aziende che ci riempiono di disinformazione e greenwashing. Sono fermamente convinta che il cambiamento parta dal basso, dal piccolo, anche dal singolo, e parlare di queste realtà mi piace molto.
Secondo te i giovani si stanno avvicinando sempre più a queste tematiche ambientali anche grazie al lavoro di creator e influencer?
Oggi le generazioni più giovani reperiscono la maggior parte delle informazioni su internet, perciò è essenziale informarsi presso fonti autorevoli e approfondire personalmente gli argomenti per avere una visione più completa possibile su temi complessi e non sempre trasparenti per l’utente. Credo che il lavoro di creator e influencer possa essere molto importante per far scattare quella curiosità necessaria per iniziare ognuno il suo personale percorso di cambiamento, per porci quelle domande che magari non ci eravamo mai fatti prima. Allo stesso tempo credo che i ragazzi oggi siano ben più consapevoli delle generazioni precedenti di ciò che sta accadendo, perché è il loro il futuro che stiamo distruggendo. Sentono l’urgenza di invertire questa rotta, e questa è l’unica che possibilità che abbiamo.