La loro vita è sempre più difficile. Per le rondini che arrivano dall’Africa australe, dove hanno trascorso il nostro inverno nelle foreste a galleria fino al capo di Buona Speranza, con il passare degli anni trovare i luoghi dove fare il nido è diventata un’impresa quasi impossibile. Le rondini, specie Hirundo rustica, hanno bisogno di luoghi dove poter entrare e uscire. Dove allora? I fienili, le porcilaie, le stalle, i rimessaggi degli attrezzi di lavoro erano state per secoli i loro habitat perfetti. Moltissimi ambienti del genere sono stati stravolti nel tempo con il cambio di destinazione d’uso. Costruzioni contadine sono diventate villette, case, condomini. Le rondini così hanno dovuto cercare e trovare altri spazi utili. Per esempio i garage sotterranei nei quartieri di periferia delle grandi città.
Vederle arrivare in volo, planare ad alta velocità e infilarsi nei tunnel, quasi allo scuro, di ambienti dove oltretutto non si respira certo aria di montagna, è sempre uno spettacolo che lascia sbalorditi.
O peggio lasciano indifferenti e ancor peggio arrabbiate molte persone, nostri concittadini, che non sanno nulla delle rondini, non immaginano persino che ci sono utili perché divorano zanzare a migliaia di migliaia, e che è qui nella nostra Europa che nascono e si riproducono (tornando ogni anno al loro nido). Il problema che lascia indispettiti i nostri concittadini è molto preciso: sporcano! Le loro deiezioni finiscono a terra sotto il nido (in ambienti sicuramente non igienici). Vero ma basta mettere nel punto un foglio di giornale e il problema è risolto (si può far di meglio comunque). Allora succede che questi nidi di rondine vengono distrutti in barba a norme che lo vietano e una legge che punisce penalmente chi compie questo gesto durante la nidificazione. Figuriamoci! Pensiamo un attimo a quanti addetti a questo tipo di controlli siano attivi in un Paese come il nostro dove non si fanno controlli per cose anche più gravi.
E’ un problema perché rischiamo di perdere queste meravigliose creature che ogni giorno cacciano insetti volando a oltre 100 km all’ora, ogni giorno per la loro sopravvivenza e per dare da mangiare ai loro piccoli ancora nei nidi (come in questo periodo). Sono insettivori infatti e fanno il pieno di ogni specie di ditteri che ci danno punture e fastidi. Ne scrivo perché nei garage del quartiere dove vivo a Roma i nidi delle rondini sono stati buttati giù l’anno scorso e quest’anno solo una coppia di rondini è riuscita a metterne su uno nuovo.
E questa coppia la vedo volare radente i prati davanti casa. Così disegno e penso al nostro grado di inciviltà e al fatto che a pochissimi, nella mia zona, questo fatto interessi più di tanto.
Ho amici in Piemonte, in Emilia, all’Isola d’Elba persino, dove si creano gruppi, associazioni e movimenti per salvare le rondini. Tra gli amici anche uno dei padri fondatori della LIPU, il medico Francesco Mezzatesta che organizza il Festival delle Rondini, che premia inquilini e cittadini che possono vantare un nido nelle loro abitazioni, in campagna come in città. Anche perché il problema vale anche per altre due specie: i balestrucci e i rondoni, specie completamente diverse ma apparentemente simili alle rondini, specie che fanno nidi diversi anche questi spesso distrutti da noi umani, specie Homo sapiens sapiens.