In molte aree del mondo, in base a una divisione dei compiti immobile da secoli, la raccolta dell’acqua quando non è convogliata direttamente a casa grava quasi esclusivamente sulle donne. Secondo le stime dell’Unicef, le donne di tutto il mondo spendono collettivamente oltre 200 milioni di ore al giorno per raggiungere la fonte d’acqua più vicina. Un’ora circa di viaggio, fra andata e ritorno, per le donne delle aree rurali dell’Africa subsahariana, quaranta minuti invece nelle aree rurali dell’Asia. Con la desertificazione che avanza, sono loro le prime persone a fare i conti con la scarsità d’acqua.
La lotta alla desertificazione e alla siccità
Ciononostante, il contributo delle donne nella gestione delle risorse naturali continua a essere ignorato e spesso ostacolato. Per promuovere l’uguaglianza di genere nelle strategie di ripristino ecologico e di resistenza alla siccità, in occasione della Giornata Mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità del 17 giugno, le Nazioni Unite lanciano la campagna di sensibilizzazione Her Land, Her Rights.
«Non possiamo neutralizzare il degrado del suolo senza l’uguaglianza di genere e non possiamo escludere metà della popolazione dalle decisioni di gestione del territorio», ha detto Ibrahim Thiaw, segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (Unccd).
Una campagna di consapevolezza ambientale
La campagna, attraverso eventi e ricorrenze che previste fino a tutto il 2024, ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dell’impatto di desertificazione, siccità e degrado del suolo sulle donne di tutto il mondo, sottolineare il loro ruolo fondamentale per la gestione sostenibile del territorio e promuovere una rappresentanza femminile sempre più forte nella pianificazione delle strategie di tutela delle risorse naturali e di resistenza alla siccità. Un divario, questo, da colmare in ogni parte del mondo.
La crisi idrica, del resto, non è un problema esclusivo di alcune regioni. Ci coinvolge tutti.
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La crisi idrica è ovunque
In Canada, dove quest’anno sono già bruciati circa 900.000 ettari di foresta, secondo l’Agenzia per la prevenzione degli incendi del Quebec (Sopfeu) la stagione degli incendi insolitamente intensa è legata alle alte temperature e alla siccità che stanno colpendo la regione. In Spagna, dove le piogge sono tornate solo di recente, dagli inizi del 2022 si è fatto i conti con una delle peggiori crisi idriche della storia recente del Paese. Nel Corno d’Africa, Etiopia, Somalia e Kenya, stanno vivendo dal 2020 una delle più gravi siccità degli ultimi 40 anni, con oltre 32 milioni di persone colpite e circa 22 milioni costrette in gravi condizioni di insicurezza alimentare. Secondo le stime, in tutto il mondo sono circa 500 milioni le persone che fanno i conti quotidianamente con la scarsità d’acqua.
Il caso italiano
Anche in Italia, dove l’estate che tarda ad arrivare e la coda di primavera caratterizzata da drammatiche alluvioni e piogge intense non devono trarre in inganno: la siccità rimane un problema anche nostro. L’Osservatorio Siccità del Consiglio nazionale delle ricerche, il servizio climatico per il monitoraggio e la previsione della siccità nel nostro Paese, indica il 2022 come il periodo più siccitoso degli ultimi 200 anni, con un deficit idrico pari al 30% rispetto alle medie annuali. Nei primi mesi del 2023 la situazione è rimasta critica, con poca pioggia caduta in gran parte d’Italia, soprattutto al Nord. Scarsa anche la neve che, secondo la Cima Research Foundation , ente di ricerca per lo studio, la previsione e la prevenzione dei rischi legati ai cambiamenti climatici, nel 2023 è diminuita del 63% rispetto alla media degli ultimi 12 anni.
Deserto Italia
Le piogge intense, e catastrofiche, di maggio da questo punto di vista sono servite a poco. Il deficit idrico rimane. Per raccontare le ferite inferte dalla siccità all’Italia, in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, il Muse – Museo delle Scienze di Trento inaugura la mostra fotografica Deserto Italia, realizzata dal fotografo Stefano Torrione.
Un viaggio lungo l’Italia da Nord a Sud, attraversando fiumi, laghi e aree glaciali che portano i segni della mancanza d’acqua nel nostro paese.