(Foto: Davis Mark, Pexels)

Meno traffico, più animali per strada: nuovo studio sull’effetto lockdown

Uno studio pubblicato su Science mostra in che modo i movimenti dei mammiferi terrestri sono influenzati dai flussi del traffico

5 Settembre, 2023
2 minuti di lettura

Chi non ricorda le colorite foto di animali che passeggiano indisturbati per strada durante i primi mesi di lockdown da Covid 19? Oltre a dare un tocco di leggerezza e poesia a giornate difficili, quelle immagini dimostrano come i movimenti degli animali siano condizionati dalla presenza umana. Prima di questo “esperimento spontaneo”, infatti, non si sapeva se fossero le strade in sé a rappresentare un ostacolo agli spostamenti, oppure se il problema principale fosse la presenza umana e nello specifico il traffico veicolare. Uno studio pubblicato in giugno sulla rivista Science, a firma di 164 ricercatori di tutto il mondo, ci dà una risposta chiara: i cambiamenti nel comportamento spaziale sono dovuti proprio ai flussi di traffico.

Gli studi di radiotracking permettono di ricostruire i movimenti degli animali e di capire quanto si avvicinano agli ambienti urbani (Foto: Natalia Kollegova, pixabay)

La mappatura degli spostamenti prima e durante il lockdown

Per capire quanto e come si spostano gli animali, gli scienziati utilizzano il radiotracking. Questa tecnica permette di seguire in tempo reale tutti i movimenti di un animale dotato di radiocollare, un collare che emette segnali e consente di geolocalizzare l’individuo che lo indossa. Gli autori sono partiti proprio dagli studi di radiotracking condotti in tutto il mondo per individuare eventuali cambiamenti nel comportamento animale causati dal lockdown. «Analizzando i dati di 76 studi di radiotracking, abbiamo ricostruito i pattern di movimento di 2300 individui appartenenti a 43 specie di mammiferi durante i primi mesi di lockdown del 2020 e nello stesso periodo dell’anno precedente», spiega Marlee Tucker, ricercatrice del dipartimento di scienze ambientali della Radboud University, nei Paesi Bassi, e prima autrice dello studio.

«Ci siamo chiesti due cose: la distanza percorsa dagli individui durante il lockdown era diversa rispetto all’anno precedente? E gli individui si tenevano a una diversa distanza dalle strade?»

 

I movimenti degli animali sono condizionati dal traffico e per questo è importante regolare i flussi di veicoli nelle aree e nei periodi più critici per gli spostamenti (Foto: David Mar, pixabay)

I movimenti degli animali cambiano in base al traffico

I pattern di movimento degli animali, allora, sono davvero cambiati durante il lockdown? Lo studio di Tucker e colleghi suggerisce con un buon margine di certezza che sia andata proprio così. Per esempio, i puma non si tenevano più alla larga dai margini urbani, gli istrici erano diventati molto più abbondanti nelle strade cittadine e gli orsi bruni si erano avventurati lungo nuovi corridoi di collegamento, infrastrutture stradali incluse. Sebbene le differenze da una specie all’altra, e persino da un individuo all’altro, siano notevoli, ci sono delle tendenze comuni. Gli autori hanno rilevato un aumento del 73% degli spostamenti su lunghe distanze durante il lockdown. E, nello stesso periodo, gli animali si tenevano di un buon 36% più vicini alle strade. Questo studio dimostra insomma come le condizioni del traffico influiscano in modo determinante sui movimenti dei mammiferi terrestri. E indica la via, è proprio il caso di dirlo, per la messa a punto di misure di mitigazione adeguate, come la regolazione del volume, della frequenza e dell’andamento temporale dei flussi di traffico nelle aree critiche per i movimenti della fauna selvatica.

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