Masai in protesta
Immagine tratta dal video di una protesta del popolo Masai contro gli sfratti violenti dalle loro terre ancestrali, nel 2022 (Foto: www.survival.it/ ©Survival)

Abusi contro i Masai: la Commissione Eu cancella i finanziamenti per la conservazione in Tanzania

La decisione è arrivata dopo le denunce sui ripetuti abusi nei confronti delle popolazioni sfrattate dalle loro terre. Per Survival International: "Dai safari turistici ai progetti di Carbonio insanguinato, sono tutti tentativi per lucrare sugli abitanti locali"
13 Giugno, 2024
1 minuto di lettura

La Commissione Europea ha cancellato i finanziamenti previsti per progetti di conservazione in Tanzania. si tratta di una decisione senza precedenti, a poche ore dalle elezioni europee, che giunge a seguito di una serie di violenti sfratti del popolo Masai dalle sue terre, compiuti per far spazio al turismo della conservazione e alla caccia ai trofei. La Commissione aveva stanziato 18 milioni di euro per progetti di conservazione in Kenya e Tanzania nell’ambito del controverso progetto NaturAfrica, ma ora i finanziamenti saranno destinati al solo Kenya. Ai fini dell’erogazione dei fondi sono inoltre state aggiunte nuove condizioni concernenti il rispetto dei diritti umani dei popoli indigeni e delle popolazioni locali.

 

Lo sfratto dei Masai

Le autorità della Tanzania stanno brutalmente sfrattando decine di migliaia di Masai nonostante ripetute sentenze giudiziarie abbiano definito tali sfratti “illegali”.

Grandi organizzazioni della conservazione come la Frankfurt Zoological Society (FZS) e il Wwf, che vantano una lunga storia di collaborazione con il governo della Tanzania nel campo della “conservazione”, non hanno condannato gli sfratti – alcuni dei quali serviranno alla creazione di nuove aree di caccia ai trofei per la famiglia reale di Dubai.

«La Maasai International Solidarity Alliance (Misa), Survival International e molti altri hanno denunciato alla Commissione Europea il progetto e il finanziamento previsto per la Tanzania e, grazie alle pressioni, finalmente ci hanno ascoltati», ha dichiarato oggi Caroline Pearce, Direttrice Generale di Survival International. «L’intero modello di conservazione in atto nell’Africa orientale si basa sul furto brutale delle terre indigene per la creazione di Aree Protette come parchi nazionale e zone di caccia ai trofei, e Wwf e Fzf ne sono complici. Dai safari turistici all’ultima truffa – quella dei progetti di Carbonio insanguinato – sono tutti tentativi messi in atto da ricchi esterni per lucrare sulle terre dei popoli indigeni e degli abitanti locali».

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