Le finestre rotte del Campidoglio di Washington mi appaiono come fuochi d’artificio di violenza, di orrore, di terrore, di nazismo, di suprematismo, di persone offuscate, svanite, perse, convinte, divise, infangate, falsificate. Dilaga il falso contro il vero perché il vero è falso a seconda di come lo si guarda, lo si interpreta, lo si vive, lo si combatte, lo si divora. E si odia prima di tutto, si odia a milioni di persone contro tutto ciò che non si capisce, non si conosce, non appartiene, è lontano, fuori, sconosciuto, inaccettabile. Mi atterrisce la furia con cui placare l’incoscienza, la non conoscenza, il rifiuto di tutto quello che non piace. Le finestre rotte del Campidoglio di Washington sono dovunque. Ci aspettano all’angolo del nostro vivere comune e civile.