Qualche settimana fa, per la prima volta nella storia documentata, la pioggia è arrivata anche sulla calotta glaciale della Groenlandia. In questo caso non è una buona notizia, ma uno dei tanti effetti devastanti del cambiamento climatico. Nei luoghi in cui l’acqua è sempre stata allo stato solido, ossia in forma di ghiaccio, le gocce di pioggia significano soltanto una cosa: che fa troppo caldo.
Dove vanno i ghiacciai nostrani
Se aumenta la temperatura, il ghiaccio si scioglie. Ed è proprio quello che sta succedendo ai ghiacciai di tutto il mondo, da quelli polari dell’Artico e dell’Antartide a quelli alpini che si trovano in alta montagna. Nel nostro Paese, i ghiacciai delle Alpi e del Gran Sasso nell’Appennino sono monitorati da quasi 130 anni dal Comitato Glaciologico Italiano, un ente istituito dal Club Alpino Italiano nel 1895. In questo arco di tempo, più di 200 ghiacciai alpini sono completamente scomparsi, mentre negli ultimi sessant’anni i ghiacciai ancora presenti si sono ridotti di oltre il 30%. Per fine secolo potrebbe rimanerne solo qualche brandello, sì e no un quarto della superficie odierna, se non riusciamo a frenare il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra.
Cosa succede se il ghiaccio si scioglie
Lo scioglimento dei ghiacciai porta con sé enormi danni su più fronti. Si tratta infatti di un intero ecosistema che scompare, e con lui scompaiono piante, animali e microrganismi tipici di quell’ambiente.
Oltre alla perdita di biodiversità, ci sono molti altri problemi che hanno gravi ripercussioni anche su di noi: i versanti diventano più instabili con rischio di frane, vengono intaccate importanti riserve di acqua dolce, la quantità di acqua che scende a valle quando il ghiaccio si scioglie crea squilibri idrologici e contribuisce a innalzare il livello del mare, le condizioni meteo e climatiche subiscono grosse perturbazioni che possono anche amplificare l’effetto di scioglimento.
Un caso esemplare: il ghiacciaio del Sorapiss
Oggi finalmente i ghiacciai sono degli “osservati speciali”. In tutto il mondo, gli studi e i monitoraggi si stanno moltiplicando e ne sappiamo sempre di più sullo stato di salute di questi ecosistemi e sulle misure di conservazione da mettere in atto. Se all’inizio gli scienziati si focalizzavano per lo più sui ghiacciai più grandi, ora anche quelli minori iniziano a ricevere le dovute attenzioni. È il caso dei tre ghiacciai del massiccio del Sorapiss, situato nelle Dolomiti Ampezzane in provincia di Belluno e oggetto di uno studio del Museo delle Scienze di Trento e dell’Università di Milano in collaborazione con il Parco delle Dolomiti d’Ampezzo.
Le ricerche condotte in quest’area evidenziano il costante ritiro dei ghiacci, evidente già dagli anni Ottanta, e la conseguente perdita di biodiversità. Qui come in molti altri siti, agli effetti del cambiamento climatico si sommano quelli di un turismo ancora non abbastanza regolamentato e sostenibile. Anche per questo, in occasione della Giornata Europea dei Parchi i tre enti hanno lanciato il video “Ghiacciai in ritiro. Biodiversità in estinzione”, per trasmettere ancora una volta l’urgenza di tutelare questi delicati ambienti, emozionando e sensibilizzando.
Come sintetizza con parole accorate Sabrina Pais, gestore del Rifugio Vandelli nei pressi del Lago del Sorapiss: «Io vorrei solo invitare le persone a una maggior presa di coscienza di quello che è l’ambiente, la natura e tutto ciò che ci circonda, in quanto questi sono dei doni che abbiamo ricevuto e noi abbiamo il dovere di mantenerli sia per noi che per le generazioni future».
Guarda il video del Muse sul ghiacciaio del Sorapiss
Da “Your waste of time”…
Le iniziative per aumentare la consapevolezza sulla drammatica situazione dei ghiacciai stanno aumentando in tutto il mondo. Già quindici anni fa l’artista Olafur Eliasson, cresciuto tra Islanda e Danimarca, fa “toccare con mano” lo scioglimento dei ghiacciai portando alcuni blocchi di ghiaccio islandesi al Moma di New York. Il ragionamento alla base dell’installazione Your waste of time è semplice e azzeccato: ciò che non è direttamente sotto i nostri occhi, concreto e tangibile, passa quasi sempre del tutto inosservato.
Fino a che non è (quasi) troppo tardi e ci ritroviamo ad affrontare emergenze estreme per correre ai ripari. I pezzi di ghiacciaio in sofferenza, portati fino alla metropoli dall’altra parte del mondo, diventano così un segnale eclatante del tempo perso, “Your waste of time”, appunto.
…alla Carovana dei ghiacciai
Dal 23 agosto al 13 settembre, Legambiente e il Comitato Glaciologico Italiano hanno portato in giro per l’Italia la Carovana dei ghiacciai, un viaggio a tappe che tocca alcuni dei ghiacciai ancora presenti sulle nostre montagne.
L’intento è simile a quello dell’opera di Eliasson: portare le persone a contatto diretto con i ghiacciai, scoprire come si monitora il loro stato di salute, raccontare il cambiamento climatico con l’esempio tangibile dei ghiacci che si sciolgono, riflettere sugli interventi e i comportamenti che possono salvare i nostri preziosi mondi di ghiaccio.