Spettatori e spettatrici durante una performance di "Alberi Maestri" (Foto: www.campsiragoresidenza.it)
Spettatori e spettatrici durante una performance di "Alberi Maestri" (Foto: www.campsiragoresidenza.it)

Alberi Maestri, dal bosco un invito a (ri)vedere meglio

Natura e tecnologia possono incontrarsi senza causare conflitti? La performance ideata e diretta da Michele Losi e Sofia Bolognini prova a dimostrare che esiste una via, fatta di conoscenza e consapevolezza
15 Novembre, 2024
1 minuto di lettura

Dalla fine degli anni 1960 Warren Brody, psichiatra votato alla cibernetica, investรฌ nella visione di mettere la tecnologia al servizio degli esseri umani affinchรฉ arricchissero il proprio ambiente e la propria persona. All’epoca si confrontarono due paradigmi: lo human augmentation funzionale al miglioramento della produttivitร  (approccio poi risultato vincente negli ambienti della Silicon valley) e lo human enhacement che puntรฒ invece al perfezionamento di capacitร  innate dell’essere umano come orientamento, memorizzazione e interpretazione dei segnali della natura.

Alberi Maestri, un tour nel mondo vegetale

Il pensiero di Brody sembra conservarsi in Alberi maestri, una performance itinerante di incontro con la complessitร  e l’intelligenza del mondo vegetale. La regia di Michele Losi, che assieme a Sofia Bolognini disegna la drammaturgia, compone l’opera di Pleiadi, un collettivo integrato al centro di ricerca e produzione teatrale Campsirago Residenza, in collaborazione con The International Academy for Natural Arts.
Le ultime rappresentazioni sono andate in scena a settembre nel piรน ampio contesto offerto dal Festival Orme sull’altipiano della Paganella, in Trentino, e in occasione di una camminata sul monte di Brianza, il 10 novembre, dal borgo di Mondonico fino a Campsirago, in provincia di Lecco, itinerario che sarร  riproposto per la replica del 22 dicembre.

 

Guarda il video di Alberi Maestri

Sinfonia di boschi, uccelli e foglie

Durante la camminata immersiva, superato il paradosso di escludere il concerto di uccelli e foglie indossando un paio di cuffie, ci si pone non tanto come spettatori, quanto come partecipanti a un ambiente mediale determinato dal flusso delle immagini intese come enti produttori di realtร . Procedendo in fila indiana ci si percepisce simili a un nativo, a un custode immerso nella fluorescenza vegetale del pianeta Pangea di James Cameron.

Una traccia elettronica riproduce gli impulsi della strategia comunicativa sotterranea delle piante e una melodia mostra il lento librarsi dei terpeni resi visibili dall’accelerazione dell’immaginazione.

L’ausilio della tecnologia prestato alla poesia, alla narrazione e alla divulgazione suggerisce al camminatore il modo per valicare la soglia del non visto e del non udito insegnando a entrare nei boschi con il giusto rispetto, senza tecnologie alle quali delegare competenze ma muniti di apparecchi che veicolano conoscenza e consapevolezza, magari inducendo a sentirsi parte integrante e a immaginarsi vestiti di natura per progressivamente spogliarci di eccessivi tecnicismi tessili ed estensioni satellitari. Una volta tolte le cuffie, continuano a risuonare le citazioni di Stefano Mancuso, Henry Thoreau e Jean Giono… e il silenzio del bosco fa molto piรน rumore del solito.

 

 

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Mielizia

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Samuel Zennaro
Samuel Zennaro
Aspirante pubblicista, collabora con un giornale locale e ha finora pubblicato su testate on-line e sui social. Si interessa di cooperazione internazionale e si occupa di commercio locale ed estero.
Tratta principalmente di ambiente, diseguaglianze economiche e sociali, energia e infrastrutture. Sogna di combinare viaggio e reportage e ambisce a pubblicare un libro che getti luce su quanto l'impronta ecologica finale del consumatore sia legata all'inquinamento. Con focus sull'Indonesia intende rintracciare aspetti del colonialismo tradizionale ancora presenti nel commercio internazionale e dimostrarne le dinamiche di sperequazione della ricchezza.
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