serpente
Serpente, disegno di Fabrizio Carbone

Arctic National Wildlife Refuge, pericolo scampato in Paradiso

L'area protetta nel nord est dell'Alaska ha rischiato di essere devastata dalle compagnie petrolifere appoggiate da Trump. Un paradiso naturale e zoologico che ora, insieme ai nativi della nazione Gwich'in che vi abitano, può tirare un sospiro di sollievo
9 Febbraio, 2021
3 minuti di lettura

Dal 20 gennaio scorso l’amministrazione Trump è uscita di scena. L’ex Presidente rischia l’impeachment e intanto gioca a golf in Florida. I nativi americani della nazione Gwich’in, di lingua Atabascha, abitanti delle estreme regioni dell’Alaska e del Canada, ai bordi del mare di Beaufort e oltre il circolo polare artico, tirano un respiro di sollievo e insieme di felicità.

 

Uccelli che migrano, disegno di Fabrizio Carbone
Uccelli che migrano, disegno di Fabrizio Carbone

 

Wilderness sotto attacco

Hanno rischiato fino all’ultimo di vedere devastate le loro regioni (già in parte lo sono state) da un’azione congiunta delle compagnie petrolifere, appoggiate incondizionatamente da Trump, che avevano fatto di tutto per insediare le proprie stazioni di perforazione, trivellamento e pompaggio, in una delle zone più fantasticamente selvagge del mondo. Un’area oltretutto protetta da decine di anni che, a intervalli biennali, veniva attaccata dalle lobbies del petrolio con innumerevoli tentativi di togliere vincoli di protezione e invadere quelle terre di wilderness assoluta.

La nazione Gwich’in 

L’area protetta sotto attacco era quella dell’Anwr, l’Arctic National Wildlife Refuge, una regione dell’Alaska al confine con il Canada grande come mezza Italia dove il popolo Gwich’in vive da sempre con un rapporto privilegiato di amore e guerra con i caribou. Infatti questi cervidi nordici, selvatici rispetto alle renne, i loro cugini europei, sono il sostentamento di carne. Li amano per questo motivo e poi li cacciano mantenendo però un rapporto di attento controllo della popolazione perché rimanga vitale.

 

caribou
Caribou, disegno di Fabrizio Carbone

Caribou e altri animali fantastici…

Parliamo soprattutto di una mandria, la Purcupine herd, che conta centocinquantamila esemplari. E questa mandria supera centinaia e centinaia di chilometri, sale le montagne in primavera e scende il North Slope per raggiungere le coste dell’artico e procreare. Quasi tutta la Porcupine Herd raggiunge l’area protetta dell’Anwr dove incontra grizzly, bue muschiati, qualche raro orso polare, le volpi artiche, alci e wolverine, il mitico ghiottone. In primavera milioni e milioni di uccelli in migrazione superano la barriera montuosa del Brooks Range e anche loro raggiungono le rive del mare di Beaufort. Gli studiosi parlano di specie che arrivano lassù da 6 continenti, di uccelli che percorrono 22 mila miglia tra andata e ritorno. È insomma un paradiso ancestrale che gli zoologi di tutto il mondo considerano di eccellenza per l’importanza delle specie presenti.

L’oro nero che avvelena l’Alaska

A sinistra dei questa area protetta c’è Prudhoe Bay, una vasta area dove sono operativi una quantità di pozzi petroliferi che hanno inquinato con tonnellate e tonnellate di H2S, acido solfidrico, tutta la costa, insieme a sversamenti continui di greggio e a un impressionante accumulo di rifiuti tossici. Prudohe Bay è gestito dalla Exxon e da qui parte l’oleodotto che raggiunge dopo 800 miglia Valdez, Alaska del sud, luogo da dove salpò la superpetroliera che la notte del 24 marzo 1989 speronò uno scoglio affiorante riversando in mare 41 milioni di litri di greggio.

 

 

Lì, dove “non c’è nulla”…

Nei 4 anni dell’amministrazione Trump i petrolieri hanno cercato di impossessarsi dell’Anwr e ci stavano riuscendo perché, nonostante tutta l’area fosse protetta, erano entrati “osservatori” con macchinari tali da provocare piccole esplosioni per verificare la quantità di greggio e gas presente sottoterra. Nel 2019 una delegazione di rappresentanti delle compagnie petrolifere aveva tenuto un’audizione nel Senato Usa in cui, senza mezzi termini, gli interrogati avevano spiegato che in quelle zone «Non c’era un c..zo di un c..zo», non facendo minimamente cenno neppure alle popolazioni dei Gwich’In che vi vivono:

«Non capiamo perché questi insopportabili smidollati personaggi pacifisti e omosessuali debbano fare tutto questo casino per nulla».

Petrolio

Certo non c’è nulla di nulla. E c’è anche petrolio, certamente. I calcoli più attendibili parlano di una quantità di petrolio sufficiente a coprire il 3,5% del fabbisogno Usa per la durata di 10 anni. Tutto questo proprio ora che è appurato che la strada da percorrere è l’uscita più veloce possibile dalle energie fossili e non rinnovabili. Ma per Trump questa uscita non esisteva. Lui oltre a negare i cambiamenti climatici aveva compiuto un atto estremo, così come riportarono i giornali (New York Times e Washington Post, naturalmente): aveva fatto cancellare tutti i file e i dati sul Climate Change che i precedenti Presidenti avevano incasellato nell’archivio della Casa Bianca.

 

oche delle nevi
L’Oca delle Nevi è un uccello acquatico migratore che popola una vasta area del Nord America ed è conosciuta anche col nome di Oca Blu

Un paradiso salvo. Almeno per ora

Ora l’Anwr è salvo. Sicuramente non verrà toccato perlomeno durante l’amministrazione Biden. Chi scrive ha visitato quei luoghi nel 1990 e ha assistito a una spettacolo indimenticabile. Ha visto passare sopra la sua testa migliaia e migliaia di oche delle nevi (tutte bianche con metà delle remiganti nere) che passavano in volo, gridando i loro richiami, sopra il Brooks Range, e scendevano felici verso il North Slope, il loro luogo di nidificazione.

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