Quando l’ente no profit Fondazione con il Sud ha chiamato Mariateresa Imparato, presidentessa di Legambiente Campania, proponendo l’idea di creare la prima comunità energetica del Sud Italia, Mariateresa non ha avuto dubbi: «Abbiamo subito pensato che avremmo voluto accanto a noi persone coraggiose e intraprendenti», dice alludendo alla Fondazione Famiglia di Maria e ai progetti già realizzati insieme alla sua energica presidentessa Anna Riccardi, già ospite di uno degli appuntamenti della terza edizione della Scuola di ecologia di Sapereambiente. La Fondazione Famiglia di Maria nasce infatti a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli, dove operava già dalla fine dell’800 come orfanotrofio, una delle molte realtà associative che cercano di supplire alla mancanza dello Stato.
Energia pulita per la comunità solidale
«San Giovani a Teduccio è sempre stato un quartiere operaio, caratterizzato da una rete di solidarietà che una volta era veicolata dai partiti politici molto presenti sul territorio e che, con la crisi delle ideologie e la chiusura delle grandi fabbriche, è stata sostituita negli ultimi venti, trent’anni dalle associazioni», spiega Anna Riccardi. «La Fondazione si occupa di iniziative educative che coinvolgono circa 120 bambine e bambini del quartiere, ma anche di Ponticelli e di Barra, e non si è mai fermata neanche durante la pandemia garantendo educazione e laboratori».
Proprio sul tetto della Fondazione sono adesso installati i pannelli solari che permetteranno di produrre 53kw per venti famiglie del quartiere: «Ma il nostro progetto è di coinvolgerne almeno quaranta». In questo modo si consentirà alle famiglie che aderiscono al progetto di ottenere un contributo annuo per l’energia pulita prodotta per i prossimi venticinque anni. L’installazione dei pannelli e la creazione della prima comunità energetica e solidale è solo una piccola parte di un’iniziativa articolata, finalizzata a sviluppare la coscienza ambientale degli abitanti.
«Già dalla metà di giugno, in tutta sicurezza, inizieranno gli incontri fra le famiglie della comunità ed esperti ambientali», spiega Riccardi. «Per noi è importante mettere insieme anche la questione sociale, ambientale e lavorativa», aggiunge Mariateresa Imparato. «Andremo nelle scuole del quartiere a raccontare quanti “green job” si possono sviluppare dalla transizione energetica, dall’economia circolare, dall’agroecologia. Costruiremo il presente guardando al futuro attraverso la formazione».
E con un occhio attento al presente tutto il progetto è stato portato avanti in tempi brevissimi, con la fondazione della Comunità Energetica, l’installazione in soli venti giorni dei pannelli solari e, nelle prossime settimane, l’inaugurazione che le due presidentesse vogliono sia una festa per le famiglie e per la comunità, perché sia chiaro a tutti che la solidarietà e l’unione possono costruire grandi cose e affrontare tanti problemi.
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Un progetto pilota. Dalla periferia di Napoli al resto d’Italia
E di ostacoli da affrontare in questo progetto ce ne sono stati, soprattutto a causa della burocrazia. La comunità energetica nasce infatti dalle possibilità offerte dal Decreto Milleproroghe 2020, dalla Direttiva 2001/2018 sulle comunità energetiche. Tuttavia, poiché le direttive europee non sono ancora state completamente recepite, ci sono ancora dei vuoti normativi.
«Stiamo raccogliendo e inviando agli uffici legislativi di Camera e Senato tutte le osservazioni sui limiti legislativi perché vengano superati. Quando in autunno ci sarà il recepimento totale della direttiva europea, che premetterà l’autoproduzione di energia, molti impedimenti verranno meno», chiarisce la presidentessa di Legambiente.
E prosegue: «Sono tante le realtà interessate a replicare progetti come il nostro. Ci chiamano da tutta Italia le associazioni e i comuni, ma anche gli studenti universitari per le loro tesi. Abbiamo anche ricevuto la telefonata di uno studente di terza media di Milano che sta preparando la sua tesina d’esame sulle comunità energetiche». Sì, perché questo, già nell’idea della Fondazione con il Sud che l’ha finanziato, è un progetto pilota: per la prima volta i pannelli di una comunità energetica sono installati sul tetto di un soggetto privato e la comunità di San Giovanni a Teduccio sta sperimentando e mettendo in atto delle buone pratiche da replicare in altri territori. Anna Riccardi ci racconta di essersi sorpresa scoprendo come la comunità sia terreno fertile per il seme della cultura ambientalista.
«Già con Legambiente avevamo condotto iniziative di pulizie dei fondali, pulizia della spiaggia e recupero del verde pubblico. Quando ho iniziato a proporre alle famiglie del quartiere l’idea della comunità energetica pensavo che a far leva sarebbe stato il vantaggio economico, e invece ho trovato persone desiderose di fare qualcosa per l’ambiente». E il degrado ambientale qui alla periferia est di Napoli non può passare inosservato. Inclusa nei Siti d’interesse nazionale, questa vasta area aspetta da anni la bonifica del territorio che è stato abusato dall’attività industriale e dalla criminalità organizzata. Gli sversamenti in mare di sostanze nocive hanno reso le acque che bagnano San Giovanni a Teduccio, sempre sotto il monitoraggio di Arpa Campania e della Goletta Verde di Legambiente, non balneabili. Le iniziative a carattere ambientale fanno perciò parte di un percorso per combattere le povertà educative, s’inseriscono nella formazione delle menti, nell’educazione alla libertà di scelta che è anche educazione alla legalità.
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“Fondazione Famiglia di Maria, un esempio di comunità energetica solidale”
Perseverando dall’alto dei tetti
«L’ambiente è sempre visto come qualcosa di lontano non immediatamente percepibile, di nicchia. Stiamo riuscendo a trasferirlo alle mamme e da queste ai figli e al resto della famiglia», dice Anna Riccardi, cosa fondamentale in una comunità dove alle donne è ancora lasciato tutto il peso della gestione familiare. Proprio le donne si stanno confermando forti e aperte a migliorare le condizioni dei loro figli. Quando chiediamo alle due presidentesse qual è il messaggio che vorrebbero passasse attraverso questo progetto, concordano: la transizione ecologica con il pieno coinvolgimento delle comunità e dei territori è possibile, non bisogna farsi spaventare dalle difficoltà ma perseverare nella volontà di conquistare anche i tetti.
? Nella periferia est di Napoli, nasce una delle prime comunità energetiche d’Italia, rinnovabile e solidale.
Un…Pubblicato da Fondazione CON IL SUD su Sabato 5 giugno 2021