C’è chi il Servizio Sanitario Nazionale lo smantella. E c’è, invece, chi lo rafforza e lo integra: parliamo del “Programma Italia” di Emergency, attivo da 18 anni in diverse città italiane, da Milano a Napoli, da Castelvolturno, a Sassari. Su mezzi mobili offre gratuitamente servizi di medicina di base, educazione sanitaria e orientamento socio-sanitario alle categorie più deboli, sia stranieri che italiani. “Programma Italia” si regge, come molti altri progetti di Emergency, sul lavoro di personale specializzato, anche volontario. Tra i volontari attivi, sul Politruck di Milano, c’è anche Francesca Bocus, 30 anni, infermiera di terapia intensiva neonatale dal 2017. Abbiamo voluto dare spazio alla sua voce in occasione della Giornata mondiale del Volontariato che ricorre domani, 5 dicembre.
Francesca, quando hai iniziato il tuo volontariato in Emergency?
Ho iniziato nel 2022. Già da piccola volevo lavorare con Gino Strada e ho amiche partite con missioni all’estero. Forse anche io un giorno chiederò di partire, intanto operare qui mi piace, e mi consente di conoscere come si lavora con l’associazione.
In cosa consiste il tuo impegno?
Sono operativa due giorni al mese sul Politruck. Ultimamente in realtà il lavoro in ospedale è molto cresciuto, i turni sono instabili e ci sono richiesti tanti extra, fatico un po’ a mantenere l’impegno in modo regolare. Il Politruck è un camion dotato di aree adibite ad ambulatorio, a sala per l’accoglienza e a spazio d’attesa. L’ambulatorio è aperto tutti i giorni feriali dalle 10.30 alle 18, ogni giorno in un quartiere diverso: la sosta è in aree assegnate dal Comune di Milano. Il personale è costituito da un medico, un infermiere, altri infermieri volontari tra i quali ci sono io, i mediatori, uno psicologo e un logista che guida il mezzo e gestisce la postazione dal punto di vista tecnico, l’allestimento, il generatore… Si tratta di ambulatori di medicina generale, quindi la visita è quella del medico di base. Io mi occupo delle medicazioni semplici, fornisco farmaci, terapie intramuscolari, rilevo i dati vitali – saturazione, frequenza cardiaca, glicemia, temperatura – e così via.
Ci puoi raccontare delle persone che incontri nell’ambulatorio?
Sono di tutte le età, in prevalenza giovani uomini. Stranieri, spesso appena arrivati, ma vengono anche molti italiani, e senza fissa dimora. Persone fragili, dal passato molto difficile. Ma tutte molto dignitose. Si attengono alle regole dell’ambulatorio, dal rispetto della fila al non presentarsi in stato alterato. Le esigenze sono diverse. Forniamo farmaci a chi non può comprarli oltre a prescrivere esami e famaci. Ma importante è anche l’accompagnamento a chi non è in grado di orientarsi nel Servizio Sanitario Nazionale.
Noi non ci sostituiamo al SSN, anzi supportiamo le persone ad accedere ai servizi del SSN, in particolare i mediatori si occupano delle pratiche per il rilascio dei codici Stp (Straniero temporaneamente presente) ed Eni (Europeo non iscritto), oppure accompagnano le persone a fare gli esami. E poi offriamo informazioni: durante le visite, o tramite volantini o momenti dedicati, informiamo sul diritto alla salute, sui problemi più diffusi come diabete o ipertensione, ma anche educazione sessuale. E qualche volta, invece, quando c’è stato bisogno, ho incontrato i bambini a casa Emergency in Santa Croce, svolgendo attività ambulatoriale pediatrica.
Che è la tua specializzazione…
Si, infatti il posto dove mi piacerebbe, in futuro, operare è il centro materno infantile di Emergency in Afghanistan: ad Anabah, nella valle del Panshir. Lì c’è anche la terapia intensiva neonatale. Le missioni durano 6 mesi. Dovrei organizzarmi con un’aspettativa al lavoro… Sarebbe bello!
Aiutiamo ad aiutare?
Ringraziamo Francesca e segnaliamo che è possibile sostenere il Politruck di Milano o il centro di maternità di Anabah anche con le idee regalo di Natale nei negozi di Emergency. Sono tantissime le proposte, dalle decorazioni natalizie e le tazze realizzate a mano dell’Uganda agli accessori cuciti e ricamati dalle donne afghane, dai cesti natalizi alle magliette dell’associazione firmate da artisti e disegnatori contemporanei. Molti anche i prodotti provenienti da realtà che collaborano con la ong: come i saponi equosolidali delle donne del Burkina Faso oppure gli accessori moda e i capi di Ionè, pezzi unici prodotti da laboratori artigianali in India che riutilizzano i sari indiani. Ci sono anche prodotti gastronomici, come quelli di Banda Biscotti di Verbania, dove i detenuti imparano come riprodurre i grandi classici della pasticceria italiana, o i biscotti dolci e salati della cooperativa sociale Frolla, biscottificio per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità. O il Panettone “Fatto per bene”, dal packaging esclusivo per i 30 anni di Emergency, in collaborazione con le Tre Marie, che nel weekend del 6-7-8 dicembre sarà anche in vendita nelle piazze di tutta Italia. Emergency propone, infine, idee-regalo virtuali che sosterranno specifiche attività dell’associazione in Italia e nel mondo: con un contributo online si potranno regalare giubbotti-salvagente per la nave Life Support, una visita pediatrica in Sudan, il sostegno alla formazione di una donna in Afghanistan, o… una visita medica nel Politruck.