Quando abbiamo parlato dei cinque naturalisti italiani che dovete conoscere abbiamo incluso Laura Conti che al rapporto tra inquinamento ambientale e salute ha dedicato gran parte della sua attivitร . Laura Conti รจ riconosciuta come una delle madri del movimento ambientalista italiano che vide la luce negli anni del dopoguerra, periodo di una ricostruzione fatta di erosione di suolo e cementificazione selvaggia, con la conversione della nazione in potenza industriale senza troppo badare alle conseguenze per la natura e le persone (basti pensare all’incidente di Seveso del 1976, che la Conti seguรฌ come consigliere regionale e giornalista de L’Unitร , per poi pubblicare il romanzo Una lepre con la faccia di bambina). Tante sono state le figure che in quel periodo si sono distinte per aver dato voce alle istanze ambientaliste e di salvaguardia del patrimonio naturale italiano. Ne abbiamo scelte, in rappresentanza, cinque delle quali non potete ignorare il nome e lโoperato, a partire da Giorgio Nebbia, scomparso il 4 luglio dello scorso anno. Ma contiamo di proseguire la nostra galleria perchรฉ il movimento ambientalista italiano ha una storia ampia, variegata, importante. E condividerla con le nuove generazioni ci sembra fondamentale.
Giorgio Nebbia
Bolognese, classe 1926, Giorgio Nebbia nel capoluogo emiliano si laureรฒ in Chimica. A 34 anni vinse la cattedra di Merceologia presso la Facoltร di Economiaย dell’Universitร di Bari dove rimase fino al 1995 diventando professore emerito.Per tutta la vita svolse ricerche nel suo ambito, la merceologia, studiando le merci, il loro design e la loro vita, criticando aspramente il sistema capitalista che ne riduceva la durata creando nuovi bisogni nel consumatore e generando il problema del loro impatto ambientale.
Con la sua attivitร , anche politica, fu fra i primi in Italia ad affrontare il problema della sostenibilitร ambientale. In particolare, si concentrรฒ sulla conoscenza dei cicli produttivi industriali attraverso i quali poter risalire agli inquinanti dispersi in ambiente e al pericolo per la salute della popolazione. In anni in cui i processi industriali non erano affatto attenti alle ricadute ambientali. Nebbia riconobbe nel Pil (prodotto interno lordo) non un indice del progresso economico, ma un indice negativo sulla qualitร del territorio. Oppositore del nucleare, attento al riciclo delle materie prime e al loro riuso, trovรฒ interesse anche nello studio delle frodi alimentari. Giorgio Nebbia รจ stato anche un prolifico collaboratore per testate nazionali, scrittore di saggi, studioso dellโenergia solare e della sua applicazione alla dissalazione dellโacqua, e giร dagli inizi degli anni sessanta aveva fra i suoi campi di studio il problema delle riserve idriche. La sua ereditร di scritti รจ oggi custodita dalla Fondazione Micheletti.
Aurelio Pecceiย
Economista, dirigente dโazienda, imprenditore Aurelio Peccei รจ stato amministratore di due fra le piรน importanti realtร industriali italiane: Fiat e Olivetti e coinvolto nei processi di ricostruzione postbellica.Nato nel 1908 in una famiglia borghese di Torino, dopo la laurea in Economia nel 1930 iniziรฒ subito a lavorare per le Fiat e a curare i rapporti internazionali dellโazienda. Le sue idee antifasciste lo fecero aderire a Giustizia e Libertร . Per il suo coinvolgimento nella Resistenza fu, nel 1944, imprigionato e torturato.
Nel 1949 si trasferรฌ in Argentina per guidare la divisione sudamericana della Fiat. Fu durante questo periodo che iniziarono a maturare le considerazioni sullo sviluppo dei paesi poveri e sullโeconomia globale che lo portarono, alla fine degli anni sessanta, a fondare nel 1968, con lo scienziato Alexander King, il Club di Roma con il quale portรฒ allโattenzione internazionale il problema della sovrappopolazione, della limitatezza delle risorse e dellโindiscriminato sviluppo industriale. Peccei, individuando la criticitร del non considerare, nei processi economici e industriali, le ricadute sui paesi in via di sviluppo, fu fra i primi a proporre di affrontare i problemi con una visione globale. Il Rapporto sui limiti dello sviluppo del 1972 suscitรฒ interesse e, contemporaneamente, ostilitร . Se da una parte infatti venne accolto con favore da chi condivideva le idee sui limiti imposti dallโuso delle fonti fossili e sulle ricadute ambientali dellโindustrializzazione, dallโaltra fu aspramente criticato come catastrofista. Quasi cinquanta anni dopo, si puรฒ invece ben vedere come i problemi che Peccei e il suo circolo di intellettuali discutevano non fossero solo reali, ma urgenti. La lezione di Peccei su una impostazione globale dei processi, dei problemi e delle loro soluzioni รจ stata lungamente inascoltata ma รจ diventata uno dei capisaldi del movimento ambientalista e pacifista.
Elena Croceย
Nata a Napoli nel 1915, Elena Croce era la primogenita del filosofo Benedetto. Dopo essersi presto laureata in Giurisprudenza, iniziรฒ lโattivitร di traduttrice dal tedesco e di scrittrice. Spesso ricordata come colei che salvรฒ dal cestino Il gattopardo, suggerendone la pubblicazione tramite Giorgio Bassani, fu anche una attivista ambientale in difesa dellโereditร naturale, sociale e culturale dellโItalia del dopoguerra. ร infatti del 1956 la fondazione dellโassociazione Italia Nostra della quale fu anima e, spesso, voce per diffondere la cultura della difesa paesaggistica e ambientale.
La sua attenzione si rivolse allโabusivismo dilagante, alla difesa delle coste campane e del Parco Nazionale dellโAbruzzo, fu anticipatrice del tema della gentrificazione che svuotava i centri storici delle cittร , favorendone lo sfruttamento turistico, โdeportandoโ i piรน poveri nei quartieri periferici. Scrisse nel 1971 La lunga guerra per l’ambienteย nel quale affrontรฒ anche il modello di sviluppo industriale e le sue conseguenze sulla popolazione che viveva a ridosso delle fabbriche; non mancรฒ una critica al sistema capitalista e alla promozione dei consumi e dellโacquisizione di beni materiali come falso indice del progresso sociale. Con lโidea di emulare il National Trust for Places of Historic Interest or Natural Beauty britannico, suggerรฌ la fondazione del Fai (Fondo per lโambiente italiano). Il suo fu un impegno per un ambientalismo umanistico che riconoscesse il valore sociale dellโopposizione alla depredazione dei territori, svolgendo una intensa attivitร di sensibilizzazione e divulgazione delle tematiche ecologiche.
Antonio Cederna
Lโ indignato speciale: questo รจ il soprannome che Cederna sโera guadagnato con i suoi articoli taglienti e sarcastici. Antonio Cederna era nato a Milano nel 1921, Laureato in Lettere classiche a Pavia, a Roma si perfezionรฒ in Archeologia. Chiamato da Elena Croce a scrivere di arte su Lo spettatore italiano, iniziรฒ la carriera di giornalista che lo porterร a Il Corriere della Sera, dove ebbe la possibilitร di dedicarsi alle inchieste sullโabuso sul patrimonio naturale e ambientale italiano, argomenti che furono al centro anche dei suoi saggi.
La speculazione edilizia del boom economico stava infatti attentando a questo patrimonio, e Cederna vedeva con i suoi occhi lo scempio che i โpalazzinariโ facevano di Roma e della sua storia. Iniziรฒ quindi una battaglia, che portรฒ avanti per tutta la vita, per preservare i parchi della cittร e per lโistituzione del Parco dellโAppia Antica, che ospita oggi il suo vastissimo archivio. Il giornalismo di Cederna era infatti costruito sulla minuziosa documentazione, raccolta di dati e fitta corrispondenza. Accanto alle riflessioni sui cambiamenti delle cittร e del tessuto urbano, rivolse i propri sforzi anche in difesa dei parchi nazionali e delle aree umide contro bonifiche che ne avrebbero diminuito il valore produttivo e naturalistico. Iniziรฒ sulle pagine di Casabella a redigere una guida โnonโ turistica degli abusi edilizi, degli โecomostriโ, del degrado ambientale che si potevano trovare in Italia, alimentando il dibattito e cercando di rendere popolari i temi dellโambientalismo e della sostenibilitร , ponendo la questione ecologica come questione morale.
Alexander Langer
Troppo presto ha deciso di andare via Alexander Langer, che per la sua attivitร poliedrica fu un precursore nellโaffrontare temi oggi di calda attualitร . Dallโimpegno ecologista alla convivenza interetnica, Langer si distinse per il suo approccio basato sul dialogo e la condivisione delle idee.
Nato a Vipiteno nel 1946 in una famiglia borghese e liberale, Langer venne educato al rispetto per le sue due identitร : quella tedesca paterna e quella italiana materna. Si laureรฒ in Giurisprudenza a Firenze, dove incontrรฒ La Pira, Balducci e don Milani, di cui Langer per primo tradusse in tedesco Lettere a una professoressa. Dopo lโesperienza in Lotta Continua, sul modello del partito ambientalista tedesco, fu fra i fondatori dei Verdi e fu eletto fra le sue fila al Parlamento Europeo. Nel suo approccio ai temi ecologisti ebbe a dichiarare che lโambientalismo non era di destra nรฉ di sinistra cercando, come per tutta la vita aveva sempre fatto, di essere un costruttore di ponti e non di muri. La sua idea era che la conversione ambientalista della societร dovesse partire dalla dallโincentivazione dei piccoli gesti a livello locale e comunitario. Criticando l’ecologia imposta dallโalto, auspicava uno spirito ecologista socialmente desiderabile e, in contrapposizione alle idee di forza, velocitร e sopraffazione del motto olimpico โcitius, altius, fortiusโ, suggerรฌ una svolta piรน lenta, piรน profonda, piรน dolce: lentius, profundius, suavius. Ideรฒ quindi la Fiera delle Utopie Concrete per discutere i temi della conversione ecologica integrata con il sistema economico. Dopo la caduta del muro di Berlino, continuรฒ nel suo impegno per lโintegrazione dei popoli; durante le guerre civili nellโex Jugoslavia, richiamรฒ lโattenzione sui drammatici conflitti etnici nella regione. Uomo dellโarmonia, Langer chiedeva un impegno per ยซfare la pace tra gli uomini e con la naturaยป precorrendo di quasi tre decenni quanto poi espliciterร lโenciclica “Laudato siโ…” di Papa Francesco.