Una storia privata diventa il pretesto per affrontare un tema di interesse generale. È “La Caccia al Tesoro” la nuova commedia satirica scritta e diretta da Bruno Fornasari, al Teatro Filodrammatici di Milano, fino all’8 dicembre. Un fratello e una sorella si ritrovano per organizzare il funerale e la divisione dei beni ereditari, poiché la loro madre è in fin di vita all’ospedale. Una madre assente dalla scena, come è stata sostanzialmente assente nella vita dei due figli. Al suo arrivo nella villa della madre, la sorella viene accolta da una badante straniera e dal fratello. La giovane badante è stata incaricata di consegnare e leggere lei stessa un testamento olografo in cui l’anziana signora si rivolge a «tutti i miei figli». Tra questi la stessa badante adottata ufficialmente come figlia e quindi titolare di una parte del patrimonio. Ma c’è un quarto figlio adottato in arrivo dall’estero.
Il cast, coinvolgente e trascinante, è esso stesso “multietnico”, quasi a voler sottolineare la diversità presente nella società moderna. Diversità che si traduce anche in obiettivi e aspirazioni diversi da parte di ciascuno dei quattro figli. I quattro pretendenti all’eredità sono assai distanti per storia personale, convinzioni e valori, e si trovano a dover negoziare il loro patrimonio futuro. Chi in quella casa è nato e ha vissuto ha più diritto degli altri che vi sono stati accolti di recente?
Ecco allora che il conflitto tra gli eredi diventa metafora di una società che a fatica riesce ad essere davvero inclusiva e accogliente. In barba agli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Precarietà e solitudine
«Molte ricerche, e altrettante elezioni in giro per il mondo che vedono la diffusione a livello internazionale del populismo identitario, sembrano mostrare che un atteggiamento di rancore verso politiche inclusive non sia tanto una questione di destra o sinistra, razzismo o protezionismo, ma sia più trasversale e diffuso tra chi ha una visione negativa della propria condizione di vita ed è pessimista rispetto ad un’evoluzione della propria condizione sociale ed economica. Forse occorre dire chiaramente che i valori morali rischiano di ridursi ad un “bene di lusso”», afferma Bruno Fornasari, autore e regista della pièce. «Sembra che possiamo scegliere di essere accoglienti, disponibili e inclusivi, al momento del voto, solo se vediamo crescere il nostro reddito, aumentare il nostro senso di sicurezza, e ci sentiamo ascoltati. Insomma: “prima viene lo stomaco, poi viene la morale”, come evidenziò anche lo stesso Bertolt Brecht».
A un certo punto la badante, che più volte sottolinea di essere laureata, richiama in scena la riproduzione del quadro “I nottambuli” di Edward Hopper, rappresentante del Realismo americano che col quadro del 1942 volle rappresentare la solitudine e incomunicabilità dell’uomo contemporaneo. Anche qui sono quattro i soggetti. rappresentati in un locale, di notte. Un barista (lei stessa) dietro il bancone e tre clienti. Ognuno immerso nella propria solitudine e nel proprio ruolo, nella moderna società capitalistica. Come lo sono, in fondo, i quattro soggetti dello spettacolo in cartellone al Filodrammatici.
In definitiva, un mondo di solitudini e incomprensioni reciproche, dove nella vita reale sembra prevalere il più (o la più) arrogante. Quale eredità stiamo lasciando alle future generazioni? Sembra essere questa la vera domanda che la pièce pone al pubblico.
La Caccia al Tesoro scritto e diretto da Bruno Fornasari ha come interpreti Linda Gennari (Premio ANCT 2022), Ksenija Martinovic (Premio A. Ristori – Mittelfest 2023), Yudel Collazo, Michele Di Giacomo. Lo spettacolo, realizzato con il sostegno di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo – Progetto NEXT 2023, dura 90 minuti senza intervallo.
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