due corvi

La saggezza del corvo

Gli uccelli sono nostri parenti prossimi e tra questi ce n’è uno che ci sfida con il suo acume, la sua inventiva e la sua capacità di apprendere e ricordare: si tratta del corvo, lucente protagonista di saghe, racconti e ingegnosi studi scientifici

15 Maggio, 2020
3 minuti di lettura

 

I corvi, riguardo agli auspici, sembrano essere i soli uccelli capaci di comprendere ciò che presagiscono. Plinio il Vecchio

 

Una creatura iconica, il corvo, presente dalla notte dei tempi nei miti e leggende di tutto il mondo. Il suo profilo di un nero lucente si staglia spesso al confine tra i mondi, avvolto da un’aura di mistero dipinta sovente come inquietante. Dalla moltitudine di racconti archetipici emerge un tratto costante: la grande intelligenza di questo animale.

Un esempio per tutti ci è dato dalla saga di Odino: il “padre di tutti gli dei” aveva proprio due corvi, Huginn (Pensiero) e Muninn (Memoria) appollaiati sulle spalle, due fedeli messaggeri pronti a spingersi nelle lande più remote per osservare gli accadimenti e riportarli al dio norreno.

Tra pensiero e memoria

Si sa che i miti e le fiabe affondano le loro radici in una acuta osservazione della realtà, interpretata con metodi prescientifici per dare una spiegazione ai fenomeni naturali e trovare tratti caratteristici e ricorrenti in uomini e animali. Ecco dunque che del corvo si colgono proprio gli aspetti più salienti: il volo potente che gli consente di spostarsi anche su grandi distanze, la vista acuta e la tendenza a essere sempre vigile e all’erta, la straordinaria memoria che gli permette di nascondere il cibo nei luoghi più impensati e ritrovarlo anche a distanza di tempo, la forte socialità con un repertorio di suoni e richiami che lo rendono uno degli uccelli più loquaci e comunicativi.

 

La particolare bellezza e la grande intelligenza dei corvi hanno da sempre affascinato artisti, scrittori e scienziati (Foto: Alexas/Pixabay)

Corvi d’inverno. E non solo

Uno dei primi studi scientifici a lungo termine sui corvi, in particolare sul corvo imperiale (Corvus corax), fu condotto negli anni Ottanta del secolo scorso da Bernd Heinrich, un biologo americano. Le avventure di questo studioso, che visse per alcuni anni in una baracca di legno nelle foreste del Maine, sono raccontate nel suo avvincente libro Corvi d’inverno.

Il corvo imperiale è un uccello maestoso, il più grande della famiglia dei corvidi e uno dei più grandi dell’ordine dei passeriformi, di cui i corvidi fanno parte. Si tratta di uccelli fortemente territoriali e dalla marcata struttura sociale, che si possono incontrare negli ambienti più disparati, dalle gelide foreste boreali alle regioni temperate alle zone dei grandi deserti.

Uniti per tutta la vita

Formano legami di coppia molto stretti e stabili, che sono mantenuti per tutta la vita non solo ai fini riproduttivi e di cura della prole, ma anche per essere più efficaci nella difesa del territorio e nella caccia (sono onnivori, sebbene tendano a preferire una dieta carnivora e si cibino spesso di carcasse).

 

 

Le straordinarie capacità intellettuali dei corvidi avevano attirato l’attenzione degli scienziati anche prima dell’epico studio di Heinrich. Per esempio, tra le mascotte più care a Konrad Lorenz, il grande etologo austriaco Premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1973, c’era la taccola (Corvus monedula), di dimensioni più contenute e becco più corto rispetto agli altri corvidi. Gli aneddoti su questi uccelli sono numerosi, a partire dalle vicissitudini della giovane taccola Cioc, che si era affezionata a tal punto a Lorenz da seguirlo come un’ombra ovunque, persino durante le sue gite in bicicletta e le passeggiate con il cane. Un capitolo intero del suo capolavoro L’anello di Re Salomone è dedicato proprio alle taccole.

 

 

Matriarche territoriali

Il rappresentante del genere Corvus che ci è più familiare è però la buffa e gracchiante cornacchia, che in realtà si differenzia in due specie: la cornacchia grigia (Corvus cornix) e la cornacchia nera (Corvus corone). Possiamo trovarle sia in città che in campagna, riunite in gruppetti anche numerosi oppure a coppie. Diventano particolarmente territoriali nel periodo riproduttivo, quando sono pronte a difendere con veemenza il nido e i piccoli da tutto ciò che percepiscono come una minaccia, compreso il nostro passaggio casuale sotto “il loro albero”! Ricordiamoci che questi simpatici anche se talvolta un po’ burberi uccelli sono inseriti in liste di tutela, quali la Direttiva Uccelli dell’Unione Europea e la Lista Rossa dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura).

 

Un esemplare di corvo imperiale mentre si procaccia del cibo in modo inusuale. Questi uccelli sono noti per le loro grandi capacità di apprendimento e problem solving (Foto: Capri23auto/Pixabay)

Ingegnosi costruttori

La proverbiale intelligenza e la capacità di risolvere problemi con l’ingegno e trovare soluzioni che implicano un ragionamento è stata più volte testata nei corvidi. Gli scienziati hanno anche scoperto che il loro cervello è uno dei più grandi rispetto alle dimensioni del corpo, con proporzioni comparabili a quelle dei delfini e delle scimmie.

Di particolare interesse sono gli studi dei biologi Nathan Emery e Nicola Clayton dell’Università di Cambridge: i due ricercatori hanno scoperto che i corvidi utilizzano gli stessi strumenti cognitivi complessi delle scimmie antropomorfe, tra cui il ragionamento causale, la flessibilità, l’immaginazione e l’esplorazione.

 

Nicky Clayton e Nathan Emery.
Nicola Clayton e Nathan Emery, biologi dell’Università di Cambridge

 

E non solo, sono anche capaci di costruire utensili pienamente funzionali, per esempio trasformando un filo di metallo in un gancio con cui sollevare un secchiello pieno di cibo. Insomma, il nuovo primato di innovatori tecnologici potrebbe essere assegnato a questi pennuti dalla livrea corvina, e con piena ragione!

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