La mantide orchidea (Hymenopus coronatus) è un insetto predatore
La mantide orchidea (Hymenopus coronatus) è un insetto predatore, fra i "nemici giurati" delle api

Lo strano caso della mantide orchidea

La natura non smette di stupirci: la colorata mantide orchidea indonesiana mette in atto un  duplice inganno contro prede e predatori. Imitando un fiore nell’aspetto e un’ape nella comunicazione chimica
2 Dicembre, 2021
2 minuti di lettura

Circa il 9% delle specie di api è a rischio estinzione e con esse anche i fondamentali contributi che offrono alle comunità, tra cui l’impollinazione delle piante. Infatti, il 90% delle specie da fiore, le Angiosperme, ha bisogno degli insetti per riprodursi. La produzione agricola mondiale associata all’impollinazione rappresenta un valore economico stimato tra 199 e 589 miliardi di euro, secondo i dati dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

 

 

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Anche se l’uomo costituisce certamente un pericolo enorme per queste specie, tra utilizzo dei pesticidi, inquinamento, riduzione degli habitat naturali, monocolture e cambiamenti climatici, la vita dell’ape è da sempre piena di rischi.

Infatti, in natura, è preda di roditori, uccelli, rettili, anfibi e addirittura di altri insetti.

E dall’altra parte del mondo, in Indonesia, si nasconde, letteralmente, il nemico più “strano” dell’ape: la mantide orchidea (Hymenopus coronatus). Le mantidi (dal greco “mantis”, “profeta”, in quanto la postura delle zampe anteriori ricorda un atteggiamento di preghiera) sono insetti predatori: catturano le vittime servendosi del primo paio di zampe, modificate in organi raptatori, ovvero prensili.

 

 

Un’altra caratteristica di questo gruppo, come nel caso dell’Empusa pennata, è il mimetismo criptico: molti individui, cioè, assumono forme, colori o atteggiamenti che gli permettono di confondersi con l’ambiente circostante, cioè con rami, foglie o fiori spesso a scopo difensivo.

 

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La particolarità della mantide orchidea è l’esoscheletro, cioè il rivestimento, delle zampe posteriori, che si espande verso l’esterno formando lobi femorali colorati, che riproducono la struttura dei petali dei fiori e attraggono gli impollinatori, richiamati da un’innata inclinazione sensoriale che collega lo stimolo visivo alla presenza di cibo, il nettare. Esiste, però, anche il mimetismo aggressivo, cioè a scopo offensivo, categoria in cui rientra il mimetismo chimico.

Molte specie, vegetali e animali, tra cui proprio questo tipo di mantide, utilizzano degli odori confondenti per attrarre la preda.

Un recente studio giapponese ha verificato, infatti, l’emissione di sostanze chimiche volatili da parte di Hymenopus in due situazioni diverse: una mentre una femmina giovane stava provando a catturare un’ape e l’altra quando stava a riposo. Sono state trovate, così, due molecole di acidi grassi. Questi composti sono coinvolti nella comunicazione tra preda e conspecifici (nello studio si parla della specie Apis cerana), basata sui feromoni, e sembra che costituiscano un segnale di aggregazione, fondamentale per un animale sociale come l’ape.

 

Un esemplare di pesce arlecchino
Il pesce arlecchino è un campione del “doppio inganno”. Si difende dai predatori assumendo la forma e l’odore di una specie di corallo

 

La mantide, quindi, imita un fiore nell’aspetto e un’ape nella comunicazione chimica: la scoperta di questo “doppio inganno” costituisce una novità nel campo della ricerca scientifica. Ma non è certamente un unicum nel mondo dei viventi. Simpatico è il caso del pesce arlecchino australiano (Oxymonacanthus longirostris). Vivendo nella barriera corallina, ha assunto la forma e l’odore di una particolare specie di corallo, per nascondersi dai predatori.

 

 

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Le orchidee del genere Ophrys, invece, imitano la forma e l’odore, tramite feromoni sessuali, della femmina dell’insetto impollinatore e vengono fecondate quando il maschio tenta di accoppiarsi con il fiore. L’individuazione di questo fenomeno, però, è fondamentale in campo applicativo: potrebbe, infatti, costituire una svolta proprio nell’ambito della tutela ambientale.

E quindi aiutare anche le nostre amiche api.

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