Da quasi vent’anni presso il Liceo di montagna di Tione di Trento, località del Trentino occidentale lontana dai grandi agglomerati urbani, si dialoga inevitabilmente con un mondo che cambia. Anche durante questo anno scolastico ogni mattina studenti e professori si impegnano, si legge sul sito ufficiale, per «costruire una nuova cultura professionale della montagna».
Fu dall’idea del Collegio delle guide alpine, del Collegio dei Maestri di sci e su spinta della Provincia autonoma di Trento, motivata dall’esigenza di formare operatori qualificati, che l’Istituto di istruzione “Lorenzo Guetti” ampliò l’offerta formativa con un percorso ad oggi unico in Italia.
Contesto d’eccellenza
La comunità delle Giudicarie, comprensorio amministrativo dell’omonimo territorio, si estende dal lago d’Idro alle Dolomiti di Brenta e dalle cime montuose al confine con la provincia di Brescia fino al fiume Sarca, immissario del lago di Garda. Nonostante la biodiversità data dai dislivelli, a caratterizzare il territorio è l’ambiente montano, dal punto di vista paesaggistico, economico e culturale. La cittadina di Tione di Trento, circa 3.500 abitanti, crocevia tra le valli del Chiese, Rendena e Giudicarie esteriori, ospita la realtà del Liceo di montagna dal 2005, anno in cui si iscrissero venticinque ragazze e ragazzi. L’Istituto cominciò poi a divenire via via più attrattivo anche per giovani di altre zone del Trentino e del resto d’Italia.
Oltre l’approccio disciplinare
A distinguere questo liceo scientifico dal nome così singolare, e spesso a motivare l’iscrizione dei giovani, è l’affiancamento alle materie tradizionali di uscite sul territorio come arrampicate in falesia, sci alpinismo, escursioni su ghiaccio e altro. «A fare la differenza – spiega Antonella Moratelli, professoressa di italiano e latino e referente del corso – è uno sguardo al territorio. I contenuti di educazione ambientale, oltre ad essere affrontati durante le ore di educazione civica, sono veicolati dall’insegnamento della letteratura, delle scienze, della geografia…». Un impegno quotidiano finalizzato a una conoscenza del territorio e dei legami tra la sua economia e le tematiche ambientali.
Opzioni possibili
L’offerta formativa del Liceo di montagna permette, una volta superati gli sbarramenti previsti nei cinque anni, di diventare accompagnatore di media montagna e allievo maestro di sci di discesa, fondo e snowboard. Permette di iniziare l’iter per ricoprire una fra le professioni legate alla montagna già in giovane età e facendo molte ore di esercitazione. Permette per esempio di ottenere crediti per avanzare nell’impegnativo percorso necessario a diventare guida alpina.
Durante il quinquennio alcuni studenti si cimentano nell’alternanza scuola-lavoro presso il Parco naturale Adamello-Brenta, l’Agenzia provinciale per il turismo e le scuole di sci. Un liceo, insomma, che è quindi adatto a iniziare presto una professione. Nonostante questo tanti diplomati approfittano della preparazione ottenuta per proseguire con l’università. In molti scelgono Scienze motorie ma tanti optano per i diversi indirizzi possibili partendo da un liceo scientifico.
Dinamiche globali
Anche in questo contesto periferico si pagano le conseguenze di dinamiche globali: la Commissione docenti ha dovuto per la prima volta ratificare agli studenti l’impossibilità di svolgere l’uscita in quota su ghiaccio per ragioni legate al clima che cambia insieme a considerazioni relative all’uso dei fondi disponibili e all’ormai inevitabile sovrapposizione con il periodo degli scrutini. Fatti come questo stimolano una riflessione collettiva: «Deve emergere la scelta positiva di non andare a impattare su un ambiente già fragile. Non siamo uno ski college» spiega Caterina Zontini, direttrice amministrativa. Le fa seguito Moratelli: «Gli studenti vanno a vivere la montagna in tutta la sua offerta, in tutte le stagioni».
Rispondere alla crisi ambientale
È con il dibattito democratico interno all’istituto che si cercano risposte alle conseguenze della crisi ambientale. In un contesto scolastico in cui si possono ancora rintracciare elementi della riforma Gentile del 1923, ampio spazio è lasciato all’iniziativa delle ragazze e dei ragazzi nella progettazione partecipata e anche nell’organizzazione della quotidianità. «Le rivoluzioni sono piccole ed è mettendole tutte vicine che si cambia», osserva ancora Moratelli. La docente commenta con soddisfazione i risultati ottenuti dagli studenti.
Questo, sottoposti a prove esigenti, certificano il successo di chi ha concepito un percorso di studi che nutre sia il corpo che la mente. Gli studenti ottengono buoni risultati, le bocciature sono esigue e gli abbandoni quasi zero. In una scuola circondata da montagne e boschi, si trae beneficio da classi ampie ed arieggiate, pareti in vetro, spazi aggregativi e laboratori tecnico-scientifici. E in prospettiva dell’anno scolastico 2025-2026 si terrà a gennaio il test di ammissione al quale potranno accedere gli alunni di terza media e in primavera per chi, senza carenze, provenga da un biennio di liceo scientifico.
L’open-day si tiene di norma a novembre.