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Mattia Scagliola, Samuele Marro e Alberto Ricatto, i tre studenti inventori di Pax
Mattia Scagliola, Samuele Marro e Alberto Ricatto, i tre studenti inventori di Pax

Pax, il drone che combatte i rifiuti abbandonati

Lo hanno inventato tre diciottenni del Liceo Scientifico Cocito di Alba, in Piemonte. Pax è un drone innovativo, con algoritmi che permettono di individuare discariche abusive e rifiuti. Non richiede un hardware complesso ma funziona con normali computer e smartphone. Quindi è alla portata di tutti
29 Agosto, 2019
2 minuti di lettura

Si chiama Pax e la sua missione è la “guerra” ai rifiuti. Una guerra pacifica, perché si tratta di un drone in grado di scovare cumuli di rifiuti abbandonati. Samuele Marro, Alberto Ricatto e Mattia Scagliola sono tre compagni del Liceo Scientifico Cocito di Alba (Cn) che lo hanno ideato e realizzato.

I tre diciottenni raccontano a Sapereambiente come sono arrivati a creare questo sistema innovativo: «Siamo venuti a conoscenza tramite la scuola del concorso “I giovani e le scienze”. Abbiamo quindi deciso di partecipare con un’idea che ci è venuta passeggiando lungo le rive del Tanaro nella zona di Alba. L’area intorno al fiume purtroppo è piena di rifiuti abbandonati: abbiamo pensato ad un modo per agevolare un po’ la pulizia del posto».

 

Pax, il drone che scova i rifiuti abbandonati
Pax, il drone che scova i rifiuti abbandonati

I giovanissimi Samuele, Alberto e Mattia hanno messo insieme le rispettive competenze, in nome dell’ambiente. Samuele è appassionato di reti neurali, algoritmi ispirati al cervello umano, molto utili per il riconoscimento in quanto riescono ad identificare oggetti nel loro campo visivo se collegati a una fotocamera. Mattia e Alberto invece sono appassionati di elettronica.

La premiazione dei ragazzi del liceo Cocito di Alba

E adesso ad Abu Dhabi

Superando gli ostacoli, raccontano i tre, l’idea è diventata un prototipo: «Siamo partiti cercando i componenti che ci servivano. Il problema principale è stato quello del bilanciamento». Un lavoro durato circa cinque mesi, partito nel novembre 2018, che ha visto la realizzazione di decine di test. «Siamo arrivati alla presentazione e al riconoscimento – sottolineano entusiasti i ragazzi – in occasione del concorso “I giovani e le scienze” che ci ha permesso di esporre questa innovazione a settembre ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, per l’Expo-Sciences international, vale a dire l’esposizione internazionale di giovani scienziati».

Caccia alle discariche

Ma in cosa si differenzia Pax rispetto ad altri droni presenti sul mercato? «La particolarità è la sua autonomia. Normalmente è già possibile pilotare un drone e andare ad osservare un’area dall’alto per vedere se ci sono rifiuti abbandonati. Ma Pax lo fa in modo automatico in quanto non richiede una supervisione diretta». Basta infatti impostare un percorso e l’apparecchio parte, percorre il tragitto assegnato e se rileva qualcosa manda una segnalazione. «Non c’è bisogno di un operatore specializzato per la sua conduzione. Ma basta una sola persona che controlli ogni tanto le immagini e segnali alle autorità competenti la presenza di discariche abusive».

Come sottolineano i tre giovani «si tratta di un’innovazione alla portata di tutti, anche di piccoli comuni con piccoli budget».

Pax, infatti, non richiede dotazioni hardware complesse ma funziona con normali computer e smartphone. «L’apparecchio si presta poi ad essere utilizzato non solo lungo gli argini dei fiumi ma in qualunque area. Anche perché gli algoritmi di rilevamento possono essere utilizzati per rilevare pressoché qualsiasi cosa, basta che ci siano le immagini per addestrarle. Può essere usato – concludono i tre studenti – in qualsiasi settore dove ci sia bisogno di rilevare e identificare qualcosa».

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