Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Un uomo suona il piano in strada a Manhattan
Concert New York Piano Lonely Park Solo Manhattan

Verso il paradiso, viaggio (nel tempo) al termine di Manhattan

Corposa e intensa, a tratti emozionante e tattica, la terza opera narrativa di Hanya Yanagihara è un intreccio di nomi, date, luoghi che stravolge e riattualizza il concetto di distopia. Un modo ambizioso per raccontare un possibile nuovo mondo recuperando tracce di un passato inaspettato
18 Febbraio, 2022
3 minuti di lettura
La copertina di "Verso il paradiso" di Hanya Yanagihara

Il paradiso è altrove, sempre. È il recinto dei giusti in cui è lecito immaginare che la vita sia migliore: gli amori ricambiati, le minoranze etniche rispettate, il pianeta e i diritti salvaguardati. È, “paradiso”, non solo il titolo di questo Verso il paradiso, ma anche l’ultima parola dei tre libri – perché di tre libri, in fondo, si tratta – dell’ultima, attesissima prova letteraria di Hanya Yanagihara, appena uscito in contemporanea mondiale e in Italia edito nella traduzione di Francesco Pacifici da Feltrinelli, con qualche piccolo refuso di troppo e un’accorta strategia di marketing a dir poco superflua. Perché questa terza opera della giornalista e autrice newyorkese di origini nippo-coreane e vissuta alle Hawaii, arriva dopo il planetario successo di Una vita come tante ed è, insieme ad un altro romanzo fluviale, Annientare di Michel Houellebecq, il libro cult del 2022. E invece ecco le bozze del libro impacchettate nella scatola disegnata da Ilya Milstein che riproduce la casa protagonista di Washington Square ed ecco l’account Instagram con tutte le immagini, le illustrazioni e le opere d’arte che possono accompagnarne visivamente la lettura. Al confronto, le borse di cotone riciclabili realizzate da vari artisti per Una vita come tante, sembra già un’operazione naïve.

 

Hanya Yanagihara
Hanya Yanagihara, giornalista e scrittrice. “Verso il paradiso” è il suo terzo romanzo, dopo il successo di “Una vita come tante” (Foto: Prudence Upton, Facebook)

 

To Paradise, come recita il titolo originale, è un libro corposo (768 pagine) e intenso, a tratti emozionante, tattico e sentimentale, destinato a creare schieramenti tra i lettori e i recensori. C’è chi lo accusa di essere manipolativo e falsamente complesso e chi, come Edmund White o il Guardian, ha già gridato al capolavoro del XXI secolo.

 

 

Yanagihara, della cui vita sappiamo forse troppo e non tutto ci bendispone (editor di  Traveler per viaggi extra lusso, capo del supplemento di Moda & Design del New York Times, nome di punta dell’élite culturale newyorkese che decreta cosa è “in” mangiare, leggere e recensire mentre confessa di odiare New York e voler vivere a Kyoto) ha trasfuso in quest’opera ambiziosa molti dei temi a lei cari, a cominciare dalla pervasività delle relazioni omosessuali dei protagonisti, passando per l’autofustigazione, l’espiazione e il senso di colpa, la fragilità delle identità e delle relazioni, il coraggio di proteggere chi amiamo.

Ma il quadro di quest’opera va ben oltre lo scavo psicologico dei personaggi per consegnarci tre affreschi che arditamente riscrivono la storia, azzardano il futuro, interrogano l’antropologia e sviliscono le spinte di autoaffermazione dei popoli, in un intreccio di nomi che ricorrono, razze che si confondono e ruoli che si sovrappongono lungo i pannelli del trittico come in un racconto buddista sulla reincarnazione.

 

Washington Square Park
Un’immagine di Washington Square Park, con il celebre arco d’ingresso che si affaccia su Midtown Manhattan

 

Tre sono infatti i momenti storici fotografati nel libro, a partire dal 1893. Siamo a New York, terra degli “Stati Liberi” dove il matrimonio tra omosessuali è legittimo a dispetto della rigidità tra le classi sociali. David Bingham è il giovane nipote di una facoltosa famiglia di finanzieri e a lui andrà la magione di Washington Square nel Greenwich Village dove vive col nonno.

David è orfano e diafano, sgomento e privo di qualità, al pari di tanti personaggi della letteratura classica di fine Ottocento e come la Catherine Sloper del romanzo di Henry James, Washington Square, che potremmo andarci a (ri)leggere per l’occasione.

Sarà solo la travolgente passione per uno spiantato e dubbio insegnante di musica a fargli desiderare di mollare gli agi per trovare veramente se stesso in California, in “paradiso”.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da A Little Life: A Novel (@alittlelifebook)

 

Nel 1993 David Bingham è invece un assistente legale di origini hawaiane, giovane amante del suo capo Charles Griffiths. Manhattan è assediata dall’Aids e mentre nella grande casa nel Village, trionfante di pezzi d’antiquariato hawaiano, si accompagna alla morte ormai prossima un vecchio fidanzato di Charles, arrivano da lontano gli echi dell’infanzia di David, nipote dell’erede al trono dell’arcipelago spodestato e soppiantato dall’annessione statunitense.

A Lipo-wao-nahele si rifugiò suo padre, irretito dal sogno delirante di una possibile ribellione secessionista e ora tragicamente e illusoriamente intento a ritrovare suo figlio, partito giovanissimo per l’America, per il “paradiso”.

 

Hanya Yanagihara
Opera molto ambiziosa, “Verso il paradiso” affronta molti dei temi cari alla Yanagihara. Dalla pervasività delle relazioni omosessuali all’autofustigazione, dall’espiazione al senso di colpa, e alla fragilità delle identità e delle relazioni

 

E nel 2093 Washington Square si chiama Zona Otto e Charles Griffiths è lo scienziato co-creatore del regime totalitario in cui sono sprofondati gli Stati americani in cinquant’anni di pandemie e di guerre. Sua nipote Charlie, unica vera protagonista femminile del libro, è sopravvissuta e lesa, fragile, indifesa, tenace.

Ce lo racconta lei il mondo nuovo: le tute da raffreddamento, il razionamento delle risorse idriche e alimentari, il controllo assoluto delle relazioni sociali e dei pensieri, rivelando, nella parte più sostanziosa e toccante del libro, il futuro distopico verso il quale stiamo scivolando e tutto il coraggio di cui avremo bisogno per immaginare quanta libertà e giustizia occorrono per trasformare una terra qualunque nel  “paradiso”.

Mielizia

Saperenetwork è...

Stefania Chinzari
Stefania Chinzari è pedagogista clinica a indirizzo antroposofico. Si occupa di pedagogia dal 2000, dopo che la nascita dei suoi due figli ha messo in crisi molte certezze professionali e educative. Lavora a Roma con l’associazione Semi di Futuro per creare luoghi in cui ogni individuo, bambino, adolescente o adulto, possa trovare l’ambiente adatto a far “fiorire” i propri talenti. Svolge attività di formazione sui temi delle difficoltà evolutive e di apprendimento, della genitorialità consapevole, dell’eco-pedagogia e dell’autoeducazione.
Giornalista professionista e scrittrice dal 1992, il suo ultimo libro è "Le mani in movimento" (2019) sulla necessità di risvegliarci alle nostre mani, elemento cardine della nostra evoluzione e strumento educativo incredibilmente efficace.
E’ vice-presidente di Direttamente ets che sostiene la scuola Hands of Love di Kariobangi a Nairobi per bambini provenienti da gravi situazioni di disagio sociale ed economico.
Mielizia
Mielizia
Resto sfuso

Agenda Verde

Librigreen

Piantare patate su Marte

Pianteremo patate su Marte? Con Stefania De Pascale, alla scoperta della nuova eco-agricoltura

Le prime piante apparvero sulla Terra circa 450 milioni di anni fa, nell’Ordoviciano, evolvendosi dapprima nell’acqua, dove la prima schiuma algale si

Orbital

"Orbital", l'antiracconto di Samantha Harvey che ci fa amare la Terra

Samantha Harvey, cinquant’anni e una formazione di studi filosofici e corsi di scrittura creativa, ha vinto il Booker Prize 2024 con la sua quinta ope

Fabio Deotto, "Come ne usciremo"

Viaggio nel 2040, quando la transizione sarà compiuta. Otto visioni possibili

Autore:

Cosa accadrebbe se tra qualche anno non saremo neppure in grado di ricordare il nostro tempo? Non perché saranno trascorsi troppi anni, ma per una for

Più letti

Ritratto di Marco Belpoliti
Storia precedente

Perdersi nella pianura, fra memoria e sogno. Viaggio nell’anima di Marco Belpoliti

Un cucciolo di macaco
Prossima storia

Nel grande regno di Thulas, tra fantasy, realtà e natura