Giuseppe Pipita, direttore de Il Crotonese, mostra l'inserto multilingue Sabir
Giuseppe Pipita, direttore de Il Crotonese, mostra l'inserto multilingue Sabir (Foto: Maria Rosaria Paluccio)

Sabir, il notiziario interculturale di Crotone

Il dialogo e la conoscenza tra comunità di diversa origine ma che abitano lo stesso luogo è l'obiettivo dell'inserto mensile multilingue del quotidiano Il Crotonese, realizzato insieme all'associazione Sabir
29 Maggio, 2024
3 minuti di lettura

L’incontro tra culture diverse che abitano la stessa città. È nato con questo proposito, poco più di un anno fa, l’inserto mensile multilingue ‘Sabir metà Africa, metà Europa – Il notiziario dei popoli’ de il Crotonese. Il bisettimanale di Crotone e provincia – da 43 anni – ha deciso di raccontare storie di vita, cronaca e politica dai vari paesi del mondo al servizio degli stranieri che vivono sul territorio. Il nome ‘Sabir’ ricorda la lingua franca del Mediterraneo usata dai diversi popoli per comunicare tra loro a fine ‘800. ‘Metà Africa metà Europa’, riporta al singolo scritto e cantato nel 1980 da Rino Gaetano. Ma Sabir è anche l’associazione impegnata nel sociale che collabora con la testata alla realizzazione delle quattro pagine cartacee realizzate in diverse lingue con traduzione italiana a fronte.

Un’idea antica

Racconta Giuseppe Pipita, direttore de Il Crotonese: «Creare un supplemento al servizio degli stranieri che abitano la nostra città è sempre stato un vecchio pallino del fondatore di questo giornale, Michele Napolitano. Tuttavia il progetto non si è mai concretizzato perché c’era il problema delle traduzioni in lingua araba oltre alla difficoltà tecnica del sistema editoriale che è privo del font arabo».

 

 

L’incontro con l’associazione Sabir che si occupa di educazione, lotta alla povertà e diseguaglianze sociali, ha permesso alla redazione di superare alcuni ostacoli linguistici. Mentre, per quanto riguarda i testi, è toccato ai grafici trovare l’escamotage per digitare nuovi linguaggi e far sì che gli articoli fossero perfettamente allineati nelle colonne. Spiega Manuelita Scigliano, presidente dell’associazione:

«L’idea de il Crotonese a noi è piaciuta subito. Lavoriamo molto con il settore immigrazione e riteniamo che una delle tappe fondamentali per l’empowerment e per un’integrazione perfetta sia proprio la capacità delle diverse comunità di parlarsi e di esprimere con la loro voce le difficoltà e le problematiche che vivono in una terra straniera».

Sul primo numero sono andati in stampa articoli in arabo, inglese, ucraino, poi in francese e spagnolo e in alcune ultime uscite anche in cinese.

 

Manuelita Scigliano, presidente dell'associazione Sabir
Manuelita Scigliano, presidente dell’associazione Sabir

Storie di convivenza e pluralità

«Abbiamo raccontato fino ad oggi le storie di immigrati che lavorano a Crotone, della calciatrice che gioca nella squadra locale, dei pizzaioli iraniani, del contadino egiziano – sottolinea il direttore Pipita – pensiamo sia importante anche per gli italiani conoscere le varie realtà, serve a superare quelle diffidenze che pure esistono anche in una città dove la convivenza con gli stranieri è abbastanza tranquilla».

Le comunità di migranti residenti a Crotone sono di varie nazionalità, non sono tante ma la peculiarità è che sono molte quelle di passaggio poiché sul territorio c’è l’Hub regionale CARA (Centro di accoglienza per i richiedenti asilo). Motivo per cui l’inserto non poteva essere redatto solo in inglese o francese.

«Abbiamo la fortuna di avere dei collaboratori che parlano tante lingue – evidenzia Manuelita – ogni mese ci dedichiamo ad aspetti e temi diversi, scegliamo la lingua, se trattiamo la migrazione nel Mediterraneo l’articolo sarà in arabo o francese, se di politica estera come la guerra in Ucraina naturalmente in ucraino oppure in inglese». C’è una redazione giornalistica ad hoc che ogni mese decide quali tematiche affrontare, le persone da intervistare, le storie da proporre ai lettori. Di fatto è una redazione allargata perché per Sabir è gestita e coordinata dai mediatori dell’ufficio migranti i quali scrivono e traducono in più lingue gli articoli insieme a collaboratori che vivono anche all’estero.

 

La giornalista de Il Crotonese Danila Esposito
La giornalista de Il Crotonese Danila Esposito (Foto: Maria Rosaria Paluccio)

Dopo Cutro

«La tragedia di Steccato di Cutro è stata una grande lezione di vita. Ci ha fatto capire che la comunicazione ha una lingua sola, quella del cuore, che le identità vanno preservate, le culture protette, le tradizioni messe a disposizione di tutti – spiega Danila Esposito, giornalista de Il Crotonese – Abbiamo conosciuto tante persone nell’ultimo anno, raccontato esperienze di immigrazione, i dolori della guerra, le difficoltà di integrazione in un paese sconosciuto, ma abbiamo anche scoperto quanto sia interessante e necessario interagire in uno scambio interculturale che porta, sempre e solo, ad una crescita personale».

L’inserto multilingue ha suscitato l’interesse e la curiosità dell’Università degli Studi della Calabria di Cosenza e in autunno è stato anche presentato nel seminario ‘Mediare tra le culture’ a studenti e docenti del corso di lingua e cultura araba.

I più curiosi e sorpresi al momento sarebbero i migranti i quali, oltre ad apprezzare l’iniziativa, rimangono stupidi dal fatto che agli italiani possano interessare le loro storie e che si parli delle loro culture.

 

 

Sembra che il sodalizio tra il giornale locale e l’associazione, nato inizialmente come pura esperienza di tipo sociale, cominci a incuriosire e a diventare interessante. Non senza problemi naturalmente. Se dal punto di vista giornalistico i redattori si sono confrontati con le lingue straniere e nuovi linguaggi attraverso i software, per i collaboratori dell’ufficio migranti l’impatto con una nuova scrittura non è stato né semplice né scontato, come del resto non è quasi mai semplice fare rete tra culture diverse. E anche per questo è stata ed è un’esperienza straordinaria.

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