Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Please go to your Post editor » Post Settings » Post Formats tab below your editor to enter video URL.

Tecnologia e natura sono proprio incompatibili?

È opinione diffusa che queste due dimensioni siano sempre, per forza di cose, contrapposte. Eppure non è così, se non altro non sempre. Come dimostrano numerose esperienze sul campo con bambini e insegnanti
23 Giugno, 2020
2 minuti di lettura

Un cosa che non ho mai capito è l’idea socialmente diffusa di separazione e contrasto tra la tecnologia e la natura. Forse è per la mia abitudine a stare con i bambini che, se non li si mette a forza in situazioni di separazione artificiosa delle aree dell’esperienza, riescono con estrema facilità a metterle d’accordo.

 

fotografare la natura
L’utilizzo di strumenti tecnologici può contribuire a ristabilire un rapporto virtuoso tra bambini e natura

I bambini (ci) guardano…

Già ho scritto qualcosa qui sull’uso della fotografia e del video nell’osservazione per esempio dei piccoli animali. Fondamentale, in questo caso, sono i piccoli schermi a cristalli liquidi dei moderni attrezzi da ripresa, perché si crea subito dal vivo una doppia visione istantanea, una “realtà aumentata” che funziona alla grande nel gruppo dei bambini.

«Che grande!», grida una voce di bambino di 5 anni osservando direttamente alle mie spalle nello schermo la forbicina che sto inseguendo col video, ravvicinatissima nell’obiettivo macro. «No, è piccola!», gli fa eco la voce di un altro bambino, che sta guardando da un’altra angolazione la stessa forbicina, ma con i suoi occhi!

…e anche gli insegnanti

Situazioni semplicissime, che si verificano senza nessun bisogno di studio o preparazione, con anche certi insegnanti che mai avevano provato a fotografare o filmare in macro che sperimentano di persona quale straordinario strumento hanno in mano, per conoscere la realtà e per trovare un canale diretto di condivisione dell’esperienza, in cui tecnologia, mondo naturale ed emozione si esaltano a vicenda. Non serve essere Steven Spielberg.

«Come faccio – si sente nel video – a riprendere da vicino?», domanda una maestra che manovra la videocamera più o meno per la prima volta. La mia risposta non arriva, perché in quel momento sono impegnato in una complicata fotografia. Dopo poco si sente la voce della maestra che, in pratica, si risponde da sola: «Ah ecco, vado vicino!». Alla faccia di tutti i corsi di tecnica video!

Tecnologia versus aracnofobia

E si moltiplicano le situazioni semplici e però ricche da un punto di vista umano, nonché illuminanti di quanto possa essere caldo e non banale l’uso dello strumento tecnologico. Come in questo video di diversi anni fa, in cui a provare la sua prima ripresa di un ragno era una maestra che aveva il terrore dei ragni. In tempi di scuola a distanza molti si sono cimentati con le video lezioni, e va bene. Ma non ci si può aspettare che i bambini e i ragazzi ricevano molto da un insegnante che parla in modo impacciato e monocorde di fronte a un telefonino, magari tenuto verticale, con metà dell’inquadratura che riprende il muro di dietro.

 

Comunicare, non “adattarsi”

Non è questo un uso appropriato del video, come non è un uso appropriato di una presentazione multimediale la sequenza di diapositive power point in cui si leggono scritte le stesse parole che l’oratore sta pronunciano a voce dalla propria postazione. Forse esempi come “il ragno e la maestra”, o altri in cui si vede l’utilizzo dei mezzi tecnologici dentro e non sopra alla nostra vita, possono servire a modificare l’atteggiamento di chi, anche di fronte a situazioni che non funzionano o non si capiscono, pensa che siamo noi umani a doverci comunque adattare.

 

tecnologia e bambini a scuola
L’accesso alle nuove tecnologie e la comunicazione digitale hanno cambiato la velocità e il metodo di apprendimento

 

Perché dietro alle sequenza video e ai power point ci sono persone che vivono, pensano si emozionano e cercando di conoscere e comunicare, così come dietro al software astruso della pubblica amministrazione, ci può essere un programmatore poco attento, a cui qualche funzionario non ha dato le giuste istruzioni. E, ripartendo da una dimensione ecologicamente umana, si può affrontare la difficile società dell’informazione globalizzata con l’idea che si può sempre provare a fare le cose meglio, insieme.

Mielizia

Saperenetwork è...

Paolo Beneventi
Paolo Beneventi
Alcuni libri: I bambini e l’ambiente, 2009; Nuova guida di animazione teatrale (con David Conati), 2010; Technology and the New Generation of Active Citizens, 2018; I Pianeti Raccontati, 2019; Il bambino che diceva le bugie, 2020. Video: La Cruzada Teatral, 2007, Costruiamo insieme il Museo Virtuale dei Piccoli Animali, 2014; I film in tasca, 2017; Continuavano a chiamarlo Don Santino, film e backstage, 2018.
Mielizia
Mielizia
Resto sfuso

Agenda Verde

Librigreen

Orbital

"Orbital", l'antiracconto di Samantha Harvey che ci fa amare la Terra

Samantha Harvey, cinquant’anni e una formazione di studi filosofici e corsi di scrittura creativa, ha vinto il Booker Prize 2024 con la sua quinta ope

Fabio Deotto, "Come ne usciremo"

Viaggio nel 2040, quando la transizione sarà compiuta. Otto visioni possibili

Autore:

Cosa accadrebbe se tra qualche anno non saremo neppure in grado di ricordare il nostro tempo? Non perché saranno trascorsi troppi anni, ma per una for

Il favoloso mondo delle piante

Un abete più vecchio delle piramidi e tanto altro. Nel mondo delle piante con Mancuso e Giordano

L’essere vivente più vecchio del mondo? Forse non tutti sanno che si tratta di un albero. È Tjikko, un abete rosso che vive in Svezia e ha compiuto be

Le formiche trasportano insieme un rametto
Storia precedente

Fuori dal Novecento. Per una civiltà collaborativa

fotografare le natura con il telefono
Prossima storia

Tecnologia e natura, parte seconda

Leggi anche...