Da quando la vita ha fatto capolino sulla Terra, verosimilmente tra i 4,4 e 2,7 miliardi di anni fa, le combinazioni genetiche, sotto la pressione dei fattori ambientali, hanno originato le più disparate e sorprendenti forme biologiche. Sebbene siamo riusciti a decifrare buona parte della biosfera, nonché a comprenderne i meccanismi più complessi, certe caratteristiche non smetteranno mai di stupirci. Come nel caso delle ali invisibili della Farfalla di Vetro (Greta oto). Questa, in realtà, è solo una delle centinaia di specie dell’ordine dei lepidotteri provviste di questa peculiarità. Stiamo parlando di ali talmente trasparenti da non brillare nemmeno alla luce del sole. Come di consueto, l’evoluzione del tratto è niente di più che un adattamento e, in questo caso specifico, è probabile che tale rarità fenotipica aiuti l’insetto ad eludere potenziali predatori. Ma, come si formano queste ali invisibili? La risposta viene da uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Experimental Biology.
The beautiful glasswing butterfly is known for its unique transparent wings that allow it to camouflage without coloration.
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— Wonder of Science (@wonderofscience) March 5, 2021
Lo sviluppo delle ali invisibili
Le Farfalle di Vetro vivono solo nel continente americano, nella fascia tropicale a cavallo tra il Centro e il Sud America. Ed è qui, nella foresta pluviale panamense, che diversi ricercatori afferenti a università californiane e francesi hanno indagato sullo sviluppo biochimico delle ali invisibili. Le ali di qualsiasi farfalla sono costituite da un sottile strato membranoso di un polimero naturale chiamato chitina, tipicamente ricoperto da minuscole squame. Le specie con ali trasparenti – è emerso dalla ricerca – hanno trovato il modo di variare il modo con cui la luce colpisce queste squame, ruotandole verticalmente o semplicemente eliminandole. Inoltre, la specie indagata converte molte di queste in setole, ovvero in delle strutture che consentono alla luce di passare ancor più agevolmente attraverso le ali e determinando, così, la trasparenza.
Giochi di luce e riflessi
Ma com’è possibile che siano trasparenti a tal punto da non generare neanche il minimo riflesso se colpite dalla luce? Gli scienziati hanno trovato una risposta anche a questo. Utilizzando un microscopio elettronico a scansione, si è scoperto che delle minuscole formazioni tra le setole, note come nanopilastri, contribuiscono a ridurre il riflesso poiché evitano che la luce “rimbalzi” con la stessa angolazione con cui ha “colpito”. Inoltre, queste microscopiche strutture – spiegano i ricercatori – sono rivestite da uno strato di cera. E questo, poiché la cera è materiale estremamente denso, rallenta il passaggio della luce riducendo ulteriormente il riflesso. La prova incontrovertibile della veridicità di questa tesi, in particolare, deriva da un esperimento: rimuovendo dalle ali di vetro il rivestimento ceroso dei nanopilastri, gli autori dello studio hanno osservato delle ali non più trasparenti bensì lucide. «La comprensione di queste proprietà antiriflesso – scrive il giornalista Anil Oza su Science – potrebbe un giorno aiutare i a incanalare in modo efficiente la luce nei pannelli solari e creare lenti antiriflesso più economiche per fotocamere o occhiali. Ma per ora i ricercatori, usando la genomica per identificare i geni chiave in questo affascinante processo, vogliono concentrarsi su come le ali di vetro si siano evolute da antenati non trasparenti».