Svegliarsi presto. Siamo nell’universo,
non semplicemente nel luogo dove stiamo.
Ringraziare a oltranza, ringraziare
tutti, ringraziare sempre.
Più che andare in vacanza, diventare noi stessi un posto di vacanza.
Costruire nella nostra testa
un impianto in cui gli errori
diventano la ricetta per i nostri miracoli.
Allungare gli attimi con dolcezza.
Pensare a una persona e accarezzarla, fare questo gesto
molte volte al giorno.
Ammirare quello che siamo diventati.
Capire che gli altri esistono
anche per non capirci,
saremmo senz’aria se tutti ci capissero.
Capire che lamentarsi non serve
a niente.
Capire che ogni dono
è un progresso scientifico,
ci avvicina al bene immenso
e misterioso che fa esistere
una sedia e una stella.
La poesia è tratta dalla raccolta “Lettere a chi non c’era”, Bompiani, giugno 2021