Calabroni che profumano di menta, conigli ammassati in piccole gabbie, ragazzi che sognano e si interrogano sul futuro del nostro pianeta: arriva al Festival CinemAmbiente di Torino Animal (2021), del regista Cyril Dion. Il documentario, che uscirà nei cinema francesi a dicembre, fa riflettere e lascia incollati allo schermo, raccontando il percorso dei protagonisti, Bella e Vipulan. I due hanno sedici anni e sono ben consci del fatto che il loro futuro è minacciato e che da qui a cinquant’anni il mondo potrebbe divenire inabitabile, a causa del cambiamento ambientale. Sono studenti e attivisti a tempo pieno: partecipano a manifestazioni, scioperi, azioni di disobbedienza civile. Ma niente di tutto ciò sembra funzionare davvero.
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Perché gli animali si estinguono e noi li seguiremo
Allora decidono di andare alla fonte del problema: il nostro rapporto con il resto degli esseri viventi. Ci portano con loro in un lungo viaggio, documentato con immagini mozzafiato, per comprendere il perché della sesta estinzione di massa di animali selvatici e, soprattutto, come noi possiamo agire per porre fine alla scomparsa delle specie, che avviene a velocità mai viste prima.
Con l’aiuto del biologo Anthony Barnosky, scoprono che gli animali si estinguono per cinque motivi principali: il cambiamento climatico, la propagazione di malattie tramite commercio e viaggi internazionali, l’inquinamento, il sovrasfruttamento delle risorse e la distruzione degli habitat naturali delle specie.
Viaggio intorno al mondo in pericolo
In India incontrano Afroz Shah, giovane avvocato, che si è occupato della pulizia della spiaggia di Bombay da una montagna di plastica. In Costa Rica scoprono che lo Stato ha vietato la deforestazione e ha proposto di vendere i servizi ecologici resi dalla foresta con i Pes (Payment for Ecosystem Services). Si confrontano con Jade Goodall, che a 26 anni decise di trasferirsi in Tanzania e vivere in mezzo agli scimpanzé per studiare i loro comportamenti. I giovani iniziano a comprendere davvero che noi uomini siamo, in effetti, profondamente legati a tutte le altre specie. E che se loro si salvano, allora, e solo allora, ci salveremo anche noi: l’essere umano ha creduto di potersi separare dalla natura, ma è esso stesso natura. È esso stesso un animale, e come insegna l’antropologo Claude Lévi-Strauss, «i diritti della specie umana finiscono davanti ai diritti delle altre specie». Il regista, dopo il grande successo di Domain (2015), in cui ci proponeva modelli sostenibili di vita, con il nuovo documentario guarda ai viventi, regalandoci un film destinato sicuramente a restare nel tempo. Un invito inderogabile a riflettere sulla condizione degli abitanti della Terra.