Una catastrofe ecologica è in corso a Kamtchatka, nell’estremo oriente della Russia. Nelle numerose foto che circolano da ieri sul web si vedono migliaia di animali morti: carcasse di foche, polpi e ricci che ricoprono oltre alla costa della penisola russa anche quella delle isole Curili settentrionali, che fanno parte della regione di Sachalin. Nel mare è comparsa una schiuma giallastra che sta interessando la spiaggia di Khalaktyrsky. E sta raggiungendo il sito Unesco “Volcanoes of Kamchatka”. Alcuni residenti hanno detto che da circa tre settimane i surfisti avvertono disturbi fisici: vomito, bruciori agli occhi e alla gola. Le cause dell’inquinamento ancora non si conoscono. Ma Dmitri Kobylkine, ministro delle risorse naturali della Federazione Russa, ha riferito che nei campioni analizzati non è stato riscontrato alcun eccesso di prodotti petroliferi o chimici, e ha parlato di un fenomeno di origine naturale, molto frequente nelle isole giapponesi situate nelle stessa regione. In quell’area in seguito alle tempeste aumenta la tossicità dei microrganismi che modifica la concentrazione di ossigeno, con conseguenze gravi per la fauna. Secondo i subacquei accorsi subito in zona, invece, si tratta di disastro ecologico, perché il numero di ricci di mare è diminuito drasticamente, gli anemoni marini sono tutti morti e la barriera corallina è scolorita. Gli attivisti di Greenpeace Russia, presenti sul posto da alcuni giorni, hanno detto che c’è stato un ritardo nella reazione del governo russo. E hanno poi raccontato:
«Le spiagge erano ricoperte di animali marini morti portati a riva dalla corrente e l’acqua ha cambiato colore e densità . Dopo le prime verifiche, le autorità locali hanno riferito che l’acqua conteneva una quantità di prodotti petroliferi quattro volte superiore ai limiti massimi consentiti e il fenolo in concentrazione 2,5 volte più alta rispetto ai limiti».
Nelle ultime ore è circolata l’ipotesi di una perdita di carburante da parte di una nave militare russa. Ma le foto satellitari di Greenpeace indicano che la fonte dell’inquinamento potrebbe essere il fiume Nalycheva, nei pressi del vulcano Kozelsky, dove sono stati seppelliti pesticidi e sostanze chimiche tossiche. Una vera e propria discarica collegata a un sistema di laghi e paludi, vicina all’Oceano Pacifico.