Disastri ambientale a kamchatka
Inquinamento dell'acqua vicino alla spiaggia di Khalaktyr (Foto: Greenpeace)

Le acque avvelenate di Kamchatka

Mare giallo, carcasse di animali, surfisti con disturbi fisici. Un disastro ecologico è in corso a Khalaktyrsky, in Russia. Si cercano le cause. Greenpeace non esclude la presenza di sostanze chimiche provenienti dalla discarica del vulcano Kozelsky
7 Ottobre, 2020
1 minuto di lettura

 

Disastri ambientale a kamchatka
Inquinamento dell’acqua vicino alla spiaggia di Khalaktyrsky (Foto: Greenpeace)

 

Una catastrofe ecologica è in corso a Kamtchatka, nell’estremo oriente della Russia. Nelle  numerose foto che circolano da ieri sul web si vedono migliaia di animali morti: carcasse di foche, polpi e ricci che ricoprono oltre  alla costa della penisola russa anche quella delle isole Curili settentrionali, che fanno parte della regione di Sachalin. Nel mare è comparsa una schiuma giallastra che  sta interessando la spiaggia di Khalaktyrsky.  E sta raggiungendo il sito Unesco “Volcanoes of Kamchatka”. Alcuni  residenti hanno detto che da circa tre settimane i surfisti avvertono disturbi fisici: vomito, bruciori agli occhi e alla gola. Le cause dell’inquinamento ancora non si conoscono. Ma Dmitri Kobylkine, ministro delle risorse naturali della Federazione Russa, ha riferito  che nei campioni analizzati non è stato riscontrato alcun eccesso di prodotti petroliferi o chimici, e ha parlato di un fenomeno di origine naturale, molto frequente nelle  isole giapponesi situate nelle stessa regione. In quell’area in seguito alle tempeste  aumenta la tossicità dei microrganismi che modifica la concentrazione di ossigeno, con conseguenze gravi per la fauna. Secondo i  subacquei accorsi subito in zona, invece,  si tratta  di disastro ecologico, perché il numero di ricci di mare è diminuito drasticamente, gli anemoni marini sono tutti morti e la barriera corallina è scolorita.  Gli attivisti di Greenpeace  Russia, presenti sul posto da alcuni giorni, hanno detto che c’è stato  un ritardo nella reazione del governo russo. E hanno poi raccontato:

«Le spiagge erano ricoperte di animali marini morti portati a riva dalla corrente e l’acqua ha cambiato colore e densità . Dopo le prime verifiche, le autorità locali hanno riferito che l’acqua conteneva una quantità di prodotti petroliferi quattro volte superiore ai limiti massimi consentiti e il fenolo in concentrazione 2,5 volte più alta rispetto ai limiti».

Nelle ultime ore è circolata l’ipotesi di una  perdita di carburante da parte di una nave militare russa. Ma le foto satellitari di  Greenpeace indicano che la fonte dell’inquinamento potrebbe essere il fiume Nalycheva, nei pressi  del vulcano Kozelsky, dove sono stati seppelliti pesticidi e sostanze chimiche tossiche. Una vera e propria  discarica collegata a un sistema di laghi e paludi, vicina all’Oceano Pacifico.

Mielizia

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Michele D'Amico
Michele D'Amico
Sono nato nel 1982 in Molise. Cresciuto con un forte interesse per l’ambiente.Seguo con attenzione i movimenti sociali e la comunicazione politica. Credo che l’indifferenza faccia male almeno quanto la CO2. Giornalista. Ho collaborato con La Nuova Ecologia e blog ambientalisti. Attualmente sono anche un insegnante precario di Filosofia e Scienze umane. Leggo libri di ogni genere e soprattutto tante statistiche. Quando ero piccolo mi innamoravo davvero di tutto e continuo a farlo.
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