Il mare che dà, il mare che toglie e poi restituisce affinché il “panta rei” di Eraclito possa compiere il suo eterno corso. Parte da qui la ricerca di Maria Cristina Ballestracci, artista nata a Milano ma basata a Santarcangelo, in Romagna, particolarmente ispirata dall’ambiente marino come “tutto” della vita e della morte, con le storie di persone reali e immaginate che contiene.
Oggetti che riemergono
Le sue opere, profondamente poetiche ed estetiche, nascono dalla ricerca di oggetti riportati dal mare. E saranno al centro di “Art’azienda”: il ciclo di mostre promosse all’interno della propria sede da Petroltecnica, azienda riminese del gruppo Wolftank, impegnata nel settore delle bonifiche attraverso “Terra Therapy”, la missione per la sostenibilità e la salvaguardia delle risorse naturali per le future generazioni. L’esposizione, che si inaugura venerdì 24 gennaio (ore 12.00), unisce opere tratte da Oltrepassi 201, da Relitti e da ulteriori incursioni artistiche pensate e condivise con Maria Cristina Ballestracci durante lo scorso dicembre.
Ricognizione sulla battigia
Nello specifico Oltrepassi 201 nasce dai relitti di scarpe, scarponi, sandali, ciabatte, suole ritrovate dopo un lungo e accurato lavoro di ricognizione, nella spiaggia adriatica di Fiorenzuola di Focara, una piccola baia di sabbia e ciottoli ai confini tra Romagna e Marche. Sono passi che provengono da lontano, da cammini a monte: «A partire dal 2013 sono oggetti accuditi, rianimati e mostrati allo sguardo di una collettività – spiega l’artista – Raccontano storie di confini da oltrepassare, di avventure esistenziali, di coraggio, di appartenenza e identità. Di scelte».
Tra i 201 contributi letterari che accompagnano la mostra quelli di Franco Arminio, Nada, Marco Paolini, Maria Concetta Mattei, Eraldo Affinati, Davide Brullo, Giulio Casale, Antonio De Luca, Andreina De Tomassi, Caterina Frassetto, Tiziano Fratus, Marcello Fois, Giovanna Greco, Annalisa Teodorani.
Voci dal silenzio
I Relitti invece «sono adagiati sul fondo della sabbia. Sono sotto, in profondità. Grattano l’anima. Giacciono immobili a riva. E nella loro immobilità calano nell’ombra delle ombre» scrive su di lei la giornalista di Rai Tre, Giovanna Greco. E ancora: «Si sente l’odore di salsedine nei pezzi di legno, nelle pietre, nei sassi, nelle conchiglie che l’artista cerca in lembi di terra. Quella salsedine che accarezza l’aria e prelude al vento. Si sente il mormorio del mare e della terra insieme, la marea che sovrasta la riva, profonda e bassa. Come un lieve cigolio. Sembra la voce che non senti da tempo, emersa dal silenzio». Così un pezzo di legno levigato dalle maree sembra un viso di uomo; una giacca vintage della marina inglese lo veste e lo identifica.
Iniziative responsabili
La mostra sta nel quadro delle iniziative culturali, artistiche e sociali di Petroltecnica che puntano a condividere con la comunità locale il proprio impegno per la sostenibilità e la sensibilizzazione sui temi della protezione ambientale e del contrasto ai cambiamenti climatici. Un messaggio che passa anche attraverso l’intervento concreto, viste le molteplici attività che hanno impegnato sempre più di frequente Petroltecnica durante gli ultimi anni nel “Pronto intervento ambientale” in conseguenza di fenomeni d’inquinamento provocati anche da eventi meteorologici estremi.
La mostra sarà aperta fino al 28 febbraio ed è a ingresso libero.
Per saperne di più
Petroltecnica
via Rovereta, 32, Coriano (Rimini)
3407309362,
[email protected]
www.petroltecnica.it