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Ma Leopardi lo sapeva?

Il nome scientifico è Monticola solitarius, e con il passero tout court ha ben poco a che fare. Livrea color del cielo, canto multivocale e bel portamento. È il "solitario" reso celebre dal poeta recanatese, e predilige davvero arrampicarsi sulle torri e le antiche mura delle nostre città
25 Marzo, 2021
2 minuti di lettura

Dialogando in questi giorni in cui si ha più tempo per pensare, per rileggere, per scrivere, mi è venuto in mente il nome di un uccello: il passero solitario. Il nome scientifico di questa specie è Monticola solitarius, è stato italianizzato chissà perché con il nome appunto di passero solitario. Ma con il passero tout court non ha nulla a che fare. È molto più grande, il maschio ha una livrea cilestrino-azzurrognola, ha un bel portamento ma soprattutto un canto speciale, multivocale, direi sublime.

 

 

Un esemplare di "Saxicola solitarius" nell'inedito di Fabrizio Carbone
Un esemplare di “Monticola solitarius” nell’inedito di Fabrizio Carbone

 

Non un passero qualunque

Il nome mi è venuto in mente rileggendo una delle più belle poesie di Giacomo Leopardi, uno dei nostri geni della storia della cultura italiana. «In su la vetta della torre antica», declamava il Poeta riferendosi al passero solitario. Ma lui sapeva di cosa andasse scrivendo? Sapeva che il passero solitario, Monticola solitarius, non era un passero qualunque che se ne stava da solo, triste, melanconico, disperato? E che quindi era la figura poetica che rappresentava il carattere del Poeta?

 

GIacomo Leopardi
Giacomo Leopardi (1798 – 1837) in un ritratto di Luigi Lolli (Foto: Carlo Raso / Flickr)

 

 

Sulla vetta della torre antica…

Ne ho parlato con molti che, come me, hanno la passione per la natura e per l’ornitologia, e vanno in cerca di specie da vedere, scrutano il cielo delle migrazioni, magari disegnano quello che vedono e, a volta, quello che sognano di vedere. E allora: Leopardi sapeva? Certo che sì, lo sapeva. Viene fuori spontaneo un sì deciso perché Leopardi era un pozzo di scienza e conosceva la Natura. Basta poi “la vetta della torre antica” per collocare la specie esattamente dove ama vivere. E infatti la specie preferisce torri, castelli, tetti, coppi, mura soprattutto nei centri storici medioevali delle città, compresa Roma da una parte all’altra del Tevere.

 

Ascolta il canto del passero solitario

A Recanati, in cerca di tracce

Parlando allora con Fulco Pratesi, padre del Wwf Italia, ci siamo confrontati sul passero solitario. Lui mi ha raccontato che a Recanati, chiedendo in giro della torre antica e del passero solitario, gli fu detto che quell’uccello solitario era sicuramente una figura poetica inventata da Leopardi per similitudine con il suo stato d’animo. Mentre ascoltava queste parole Pratesi, sbinocolando in cerca di tracce, vide proprio il solitario in questione, arrampicato verso la cima di una torre!

 

La torre campanaria di Recanati, resa celebre da Leopardi nella poesia Il passero solitario, è quella appartenente al complesso della Chiesa di Sant'Agostino, risalente al XIII secolo
La torre campanaria di Recanati, resa celebre da Leopardi nella poesia Il passero solitario, è quella appartenente al complesso della Chiesa di Sant’Agostino, risalente al XIII secolo

Una livrea color del cielo

E allora: secondo voi quanti sono gli italiani che sanno la differenza tra il “passerotto non andare via” e il “passero solitario” posato in su la vetta della torre antica? E quanti professori di Italiano spiegando ai ragazzi  la vita e le opere di Giacomo il Grande hanno messo e mettono l’accento sulla specie, descrivendola con sapienza da veri ornitologi? Non so rispondere a queste domande. Non ho statistiche a disposizione.

Preferisco disegnare il Monticola solitarius. E lo faccio accentuando la livrea arrurrina del maschio, in modo che si capisca al volo la differenza.

 

Mielizia

Saperenetwork è...

Fabrizio Carbone
Fabrizio Carbone
Giornalista professionista dal 1970, Fabrizio Carbone ha lavorato alla redazione romana de “Il Resto del Carlino” (nel 1972 da New York), de “La Stampa” e di “Panorama”. A partire dalla metà degli anni ottanta ha prodotto e diretto, insieme a Riccardo Truffarelli (gruppo 6 aprile, Perugia) numerosi documentari in Amazzonia, Costa Rica, Norvegia, Finlandia, Inghilterra, Italia per i programmi culturali della Rai3, tra cui Geo, Geo&Geo, il Viaggiatore. Ha diretto 6 speciali, tra il 2004 e il 2007, per la trasmissione Stella del Sud (Rai 1) in Etiopia, Tanzania, Amazzonia, Groenlandia, Norvegia, Mauritania. Coinvolto da sempre nella protezione e nella conservazione della natura è stato tra i soci fondatori del Wwf Italia, consigliere nazionale della stessa associazione, nel 2002, ma anche, nei primi anni ottanta, di Legambiente e Lipu. È direttore responsabile di Greenpeace News.
Mielizia
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