Migranti climatici

Migranti ambientali, una giornata di studio

Venerdì 25 ottobre in modalità online e in presenza alla Fabbrica delle "e" di Torino un'incontro di approfondimento sugli elementi per individuare chi fugge da disastri climatici ai fini del riconoscimento dello status
7 Ottobre, 2024
1 minuto di lettura

Venerdì 25 ottobre in modalità online e in presenza alla Fabbrica delle “e” in Corso Trapani 91/b, Torino dalle 9 alle 17, si svolgerà una giornata di studio su Migranti Ambientali – Come Riconoscerli, promossa da Casacomune Aps. Secondo la Banca Mondiale entro il 2030 saranno 216 milioni le persone costrette alla fuga dalle loro terre a causa della crisi climatica. Nel 2018, secondo l’Internal Displacement Monitoring Centre, 17.2 milioni di persone hanno già abbandonato le proprie abitazioni – pur rimanendo all’interno dei confini del proprio paese – a causa di disastri provocati dai cambiamenti climatici (inondazioni, tempeste, cicloni, siccità ecc.).

L’effetto dell’aumento della temperature impatta sulla disponibilità di acqua potabile, sulla produzione di cibo ed energia, in generale sulle opportunità economiche.

Ciò induce un numero sempre maggiore di individui, uomini, donne e bambini a migrare. Ma le persone possono fuggire anche in seguito a conflitti per le risorse naturali (controllo delle risorse idriche, costruzione di dighe, estrazioni minerarie). Con questa giornata di studio, l’associazione Casacomune si pone l’obiettivo di colmare alcune lacune presenti in ambito giuridico, accademico e politico quando si parla di migrazioni a carattere ambientale.

Il lavoro

La giornata intende, attraverso la voce di alcuni esperti e attraverso il confronto diretto, mettere in evidenza tutti gli elementi utili, anche da un punto di vista legale, affinché possano emergere degli indicatori necessari ad affiancare la battaglia per il riconoscimento dello status di migrante ambientale, elemento essenziale per l’emersione dai circuiti dell’illegalità e necessario a riconoscere i diritti delle persone migranti senza i quali non potrebbero avere accesso alle strutture sanitarie, alla casa, all’istruzione e al lavoro. Il corso si rivolge alle Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, affinché possano porre le giuste domande in sede di commissione e far emergere l’elemento ambientale dalle storie dei migranti. Ma anche a enti e associazioni che lavorano a contatto diretto con la questione migratoria a diverso titolo: operatori dell’accoglienza; personale socio/sanitario; studenti universitari e ricercatori; neolaureati e professionisti; avvocati e giuristi; responsabili del mondo imprenditoriale profit e del terzo settore che lavorano nell’ambito dell’economia circolare e delle risorse rinnovabili; amministratori e amministrativi di Comuni; Unioni Montane; Città Metropolitane e Regioni; insegnanti e persone interessate a comprendere le cause e le possibili azioni da attuare in un’epoca storica non a caso definita Antropocene per definire il peso che l’operare degli umani hanno sul destino di tutta la nostra Madre Terra.

 

Per saperne di più:

casacomuneaps.org/come-riconoscere-i-migranti-climatici/

 

 

 

Mielizia

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