Negli alberi la memoria del caldo anomalo, e la sua soluzione
Uno studio sugli anelli di accrescimento nei tronchi, pubblicato su Nature, rivela che il 2023 è stato il più caldo degli ultimi 2000 anni. Il progetto “Prospettiva Terra” sta dimostrando che cambiare rotta è necessario e possibile
Secondo uno studio pubblicato su Nature, il 2023 è stato l’anno più caldo degli ultimi 2000 anni. La ricostruzione è stata possibile grazie all’analisi dell’ampiezza degli anelli degli alberi, vere e proprie “scatole nere” dell’andamento climatico del pianeta. Anche il 2024 non sembra da meno: i primi mesi dell’anno sono stati caratterizzati dalle temperature più alte di sempre, con ondate di calore che iniziano sempre più presto e sempre più imprevedibili.
«La soluzione alla crisi climatica sono proprio le piante, che rappresentano il futuro delle nostre città – afferma Stefano Mancuso, accademico e divulgatore scientifico – I centri urbani, infatti, sono ambienti che si stanno scaldando, come il nostro pianeta e le ondate di calore sono sempre più lunghe e frequenti. In queste condizioni e con un futuro in cui gli eventi climatici estremi saranno inevitabili, la soluzione più efficiente è coprire le nostre città di alberi, capaci di funzionare come “climatizzatori” naturali, quindi in grado di ridurre sensibilmente le temperature e assorbire inquinanti».
Il progetto Prospettiva Terra
Al fine di supportare la ricerca scientifica e l’innovazione contro il riscaldamento globale, il professor Mancuso, insieme a Marco Girelli, CEO di Omnicom Media Group Italia, ha ideato “Prospettiva Terra”, un progetto non profit supportato da aziende che hanno deciso di affrontare il problema del riscaldamento globale, attraverso iniziative di innovazione scientifica e tecnologica. Prospettiva Terra ha installato 300 sensori sugli alberi di BAM – Biblioteca degli Alberi di Milano, con l’obiettivo di aiutare a comprendere la portata dell’impatto benefico delle piante sul micro-clima urbano. PNAT – think tank composto da un team di architetti e scienziati vegetali, spin-off dell’Università di Firenze – in qualità di Science, Technology & Design Partner di Prospettiva Terra ha messo a punto, insieme al prof. Mancuso, i sensori che rilevano, in tempo reale, i dati sulla stabilità degli alberi e lo studio che ha permesso di calcolare i valori relativi allo stoccaggio di CO₂, nonché alla rimozione delle polveri sottili.
I risultati
Dalle prime rilevazioni, risulta che gli alberi di BAM, monitorati dal progetto, hanno stoccato dalla loro nascita fino ad oggi 104 tonnellate di CO₂ mentre, dal 1° aprile ad oggi hanno già rimosso 4.969 g di sostanze nocive e si stima arriveranno a 71 kg ad aprile 2025. Il miglioramento della qualità dell’aria, generato dagli alberi del parco, può raggiungere picchi del 25-30% in più rispetto a un’area non alberata. In termini economici, invece, il beneficio che hanno generato è di circa € 5.278,12.
Saperenetwork è...
- Sapereambiente è una rivista d'informazione culturale per la sostenibilità. Direttore responsabile: Marco Fratoddi. In redazione: Valentina Gentile (caporedattrice), Sarah De Marchi, Roberta Sapio, Adriana Spera. È edita da Saperenetwork, società del gruppo Hub48 di Alba (Cn). Stay tuned 😉
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