
I libri fatti con cura, passione e dedizione si riconoscono subito, prima ancora di leggerli. Coleotteri rossi e altri insetti dello stesso colore. Diario entomologico di Tommaso Lisa è uno di questi. Uscito per i tipi di Edizioni Danaus e impreziosito dalle illustrazioni naturalistiche di Sabrina Luoni, ci offre uno scorcio sul mondo degli insetti partendo da una prospettiva inusuale, quella del colore rosso.
È già questa una dichiarazione d’intenti: i coleotteri che incontriamo lungo le pagine sono descritti con la meticolosa precisione dell’entomologo, ma la scelta di raggrupparli in base al colore è arbitraria e curiosa.
La scelta è motivata da un legame affettivo che affonda le radici nell’infanzia. «Indubbiamente uno dei marcatori cromatici che hanno lasciato un segno nella mia psiche è un preciso tono di rosso, di un’intensità che è diventata una gradazione del sentire. Per tale motivo ho ricercato e allevato queste specie: non solo per poterle osservare, ma per sentirle più vicine. Per un fatto dialogico, di prossimità affettiva» racconta l’autore nell’introduzione.
Piatto di fichi con gelsomini e pere, più coleottero
Tutto ha inizio una domenica d’autunno, con un incontro che ha il fascino della sincronicità junghiana. “Lui” è alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, immortalato in una miniatura della pittrice seicentesca Giovanna Garzoni tra la frutta e i fiori. Si tratta di Pyrochroa serraticornis, un piccolo coleottero floricolo che non ha nome in italiano, ma in inglese ne possiede uno magnifico: scarabeo cardinale testarossa.
«La meraviglia è un punto di vista» afferma Tommaso Lisa, che proprio grazie a questo evento inaspettato decide di iniziare la sua caccia agli indizi rossi nei coleotteri e in altri insetti che incontra nella vita di tutti i giorni.
L’universo in pochi fili d’erba
L’aneddoto successivo è di febbraio e da lì Lisa prosegue il suo diario entomologico con ritmo quasi quotidiano, per tutta la primavera e fino all’avvio dell’estate. Alternando il tono intimo e brioso del flusso di coscienza a quello preciso e accurato delle scienze naturali, l’autore ci coinvolge senza fatica nei suoi rossissimi incontri.

Il microcosmo che si svela tra le foglie e sotto le cortecce, nei parchi urbani e nelle campagne fiorentine a due passi da casa, è a dir poco sorprendente. Cerambicidi, licidi, pirrocoridi, tenebrionidi, cucuidi, coccinellidi, glafiridi, neanidi, lampiridi – la lista sembra uscita da un compendio delle creature fatate ed è assai lunga. E ogni nuova apparizione è anche spunto di riflessione sulle mille sfumature dell’esistenza, tutte legate da un filo rosso. Il fuoco evocato dall’etimologia di un nome, il segnale di pericolo esibito dall’uno e richiamato per mimesi dall’altro, il miracolo della moltiplicazione di biblica memoria, l’allarme della crisi climatica e ambientale, la forza arcaica di amuleti e animali totemici.
Le ninfe di Nabokov
Tommaso Lisa si sofferma spesso sui vari stadi evolutivi dei coleotteri e degli altri insetti. Affetto a suo stesso dire dalla «malattia del doloroso bramare», li alleva persino nel suo terrario, ammirando le metamorfosi che portano uno stesso individuo a trasformarsi da larva in pupa o ninfa (a seconda del tipo di insetto) e infine in organismo adulto. Ne era affascinato anche Vladimir Nabokov, lo scrittore russo naturalizzato americano arcinoto per il romanzo Lolita, da cui Stanley Kubrick trasse il suo geniale film. Oltre alla letteratura, Nabokov aveva un’altra grande passione, l’entomologia, che lo portò persino a scoprire alcune farfalle. Una delle quali, la ninfalide Cyllopsis pertepida dorothea, non a caso porta il nome di Ninfa dei boschi di Nabokov.

Breviario del microcosmo rosso
Coleotteri rossi è un libro che si legge tutto d’un fiato, come se ci si muovesse tra le stanze caleidoscopiche di una Wunderkammer. E che ci mostra, con piglio tra il naturalistico, il filosofico e l’intimista, quanto siano ricchi di fascino questi piccoli animali: prodigi della natura e simboli che risvegliano il nostro immaginario. E una volta chiuso, ci fa venir voglia di aprire la porta di casa e di partire alla loro scoperta, rigorosamente con il diario rosso come un breviario sottobraccio.
