

Una misteriosa entità dalla forma indefinita: è nera, fumosa e agita nell’aria i suoi tentacoli. Si apposta con occhi minacciosi fuori dalla finestra di una camera da letto, inquinando sonno e sogni. Si annida tra le crepe del ghiaccio, sbuca da un tubo di scappamento, cavalca una marea impazzita. Non la si può immortalare in una fotografia, perché solo in pochi riescono a vederla.
Quei pochi invocano aiuto, ma le loro grida restano per lo più inascoltate: smorzate dalla distanza di un frammento di pack alla deriva o sovrastate dal fragore di onde che si infrangono sempre più vicine. Spesso sono soffocate dal silenzio assordante dell’indifferenza.


Ne Il pianeta di Greta la protagonista è una ragazza di tredici anni che quell’entità l’ha guardata negli occhi. Proprio lei che, affrontando da tempo l’anoressia, di fantasmi ne sa qualcosa. Questo spettro, invece, è diverso e ben peggiore: non le dà pace e non ha un nome. Soprattutto, anche se non percepito, riesce a essere terribilmente concreto nella sua forza distruttrice. Piante, animali, interi ecosistemi sono in pericolo e l’intero pianeta – “la nostra casa” – è in fiamme proprio per opera sua.
Fantasmi da ascoltare
Greta comprende che un fantasma non è solo qualcosa che non si riesce a vedere, ma è anche ciò che si decide di ignorare. Lei, però, non può metterlo a tacere, forse perché le sue trecce fanno di lei poco più che una bambina o forse perché il suo “Asperger – superpotere” non glielo permette. Lei sa che deve aprire gli occhi e che non potrà essere l’unica.


Il pianeta di Greta è la storia di una presa di coscienza. Le autrici, Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro, ci parlano di una Greta Thunberg ancora lontana dalla notorietà e immersa nella sua dimensione più intima. Con illustrazioni a tinte tinte calde, Annalisa Corsi racconta come i turbamenti di questo mondo interiore sapranno fondersi con le grandi emergenze del mondo esteriore, dando vita a un’unica grande causa comune.