Se da piccoli stiamo poco nella natura, ci sporchiamo poco le mani con la terra, non viviamo a lungo tra gli alberi, da grandi è più difficile recuperare questo rapporto e gioire degli straordinari benefici che il mondo vegetale ci offre e che generalmente ignoriamo.
Esercizi vegetali
Per colmare il “deficit di natura” di cui soffriamo in molti, per esaminare la nostra coscienza e disporre l’anima e la volontà, sono pensati gli “esercizi vegetali” che inframezzano i capitoli del nuovo libro di Alessandra Viola, scrittrice, produttrice televisiva e docente di Comunicazione dell’ambiente al San Raffaele di Milano. Si intitola Chiedi a una pianta. Come semi, alberi e fiori ci insegnano ad essere felici, appena pubblicato da Laterza ed è un cammino in sette passi (dal “respirami” e “mangiami” al “pensami” e infine “salvami”) per avvicinarci agli esseri più antichi della Terra e guadagnarne in consapevolezza e saggezza, oltre che in conoscenza scientifica ed ecologica.
Giardini della mente
Dormite in compagnia di piante e frutti, soprattutto se soffrite di insonnia, esorta Viola nel suo primo esercizio, in barba alla grave lacuna scientifica con cui ci hanno insegnato che le piante espirano anidride carbonica di notte. Confidati con una pianta – che sia il potus della cucina o l’ulivo millenario – e osserva come la pianta si trasforma nel tempo perché lo stesso avverrà dentro di te.
E ancora, crea mentalmente il tuo giardino segreto dove rifugiarti ogni volta che è necessario (dall’interminabile fila all’agenzia delle entrate al nervosismo prima di un esame) e diventa amico dei fiori e degli arbusti che hai scelto per il tuo angolo magico: sono alcuni degli inviti del libro a cui vien voglia di aderire con dedizione, mentre l’autrice ci porta per mano, con leggerezza, gratitudine e un variegato sapere nello straordinario mondo verde.
Dialoghi segreti
Da collaboratrice di Stefano Mancuso ed esperta divulgatrice, Viola ci ricorda che la neurobiologia vegetale è una realtà, peraltro già prefigurata da Darwin: le piante si parlano per mezzo di composti organici volatili (VOC) e che le loro lingue ancora misteriose ci avvolgono in una trama tanto affascinante, quanto – per ora – incomprensibile. Le piante soffrono, protestano, chiedono aiuto, come il pomodoro e il tabacco quando sono danneggiate o troppo asciutte; emettono suoni scoppiettanti come il popcorn durante la crescita, per esempio il mais e il rabarbaro: è solo il fatto che non siano udibili alle nostre frequenze ad averli intrappolati nell’immaginario di un regno vegetale immobile, silente e, tutto sommato, inferiore.
Oltre il paradigma antropocentrico
L’avvertimento a “decolonizzare il linguaggio” e dunque il pensiero e la cultura che lo sottendono, è uno dei fili rossi del libro, per uscire dal paradigma antropocentrico che ci governa e ci limita. Come mai, si chiede Viola, le espressioni verbali legate alle piante – da cadere dal pero all’essere uno zuccone, senza riuscire a cavar sangue dalle rape – sono quasi sempre derisorie quando gli alberi invece pensano, comunicano e sono senzienti anche se non hanno un cervello perché, semplicemente, non ne hanno bisogno?
Invece, sono capaci di adattamento, di intelligentissime risposte agli stimoli, di solidarietà e sorellanza, persino di vista, come ha raccontato la fotografa Elisabetta Zavoli che ha ideato il Chlorofilter, un obiettivo in grado di lasciar passare solo le lunghezze d’onda assorbite dalla clorofilla alfa e realizzato immagini dai panorami surreali e spiazzanti, assolutamente sorprendenti.
Pilastri del futuro
Da sempre viviamo circondati di piante: fanno parte del nostro habitat, sono una parte fondamentale del nostro fabbisogno alimentare e sempre più lo saranno vista la vertiginosa crescita demografica, sono indispensabili per la vita di ogni essere vivente, sono essenziali per la farmacopea mondiale. Eppure non abbiamo ancora sviluppato una sensibilità e una coscienza all’altezza dei milioni di creature vegetali che ci circondano. Con superficialità li piantiamo e li facciamo morire, con disprezzo seghiamo boschi interi per costruire piste olimpioniche, con alterigia sfruttiamo la moda “green” per incrementare le pratiche del consumo e del capitale.
Ricominciare dai fagioli (e dal geranio sul davanzale)
Ricominciamo dai fagioli, suggerisce il libro. Dalla terrazza di Alberto Manzi e dei suoi curiosi scolari, dal seed bombing, dalle passeggiate silenziose, da film come Avatar, dal geranio sul davanzale a cui dare il buongiorno, sapendo che ci risponderà.
Prima o poi impareremo ad udirlo.